Vasilis non ha nessuna nostalgia dell’ospedale di Grevena che ha lasciato nel nord della Grecia. Lì mancavano sempre i soldi, per comprare i fili di sutura, per comprare la morfina, per trovare i medicinali per i trattamenti antitumore. Ora lavora in un ospedale di Berlino, guadagna 6.000 euro al mese – tre volte più che in Grecia – e non ha rimpianti. La Germania ha un enorme bisogno di manodopera, l’anno scorso mancava 1,1 milione di personale qualificato, di cui 34.000 nel settore della sanità. La Grecia si svuota e la Germania si arricchisce.
Dal 2010, con i tagli imposti dalla Troika, sono scappate dalla Grecia 429.000 persone, il 64% di loro aveva un master, spesso preso in una prestigiosa università americana. Chi è rimasto resiste, ma soffre.
La metà dei medici greci avrebbe un burn-out, dicono degli studi recenti. “I dottori perdono la motivazione, non riescono più a concentrarsi”, dice Panagiotis, un altro medico, che è rimasto e lavora nell’Ospedale Evangelismos di Atene. “Un medico qui lavora 80 ore a settimana e non ha mai preso un giorno di riposo dopo un turno di 24 ore”.
Anche questa è Europa, c’è chi ci guadagna e c’è chi ci perde.