Il dibattito politico è sempre più avvilente. Assenza di pensiero, disonestà intellettuale, dialettica pietosa. Un disastro pressoché generalizzato. Una delle cose peggiori è però il benaltrismo. Per dirla più chiaramente, il rispondere a una domanda con un’altra domanda. Buttando la palla in tribuna. E dando la colpa agli avversari.
Una delle frasi più gettonate nei talk show è la seguente “E allora X?”. “X” è l’avversario, a cui il politico allude quando è in difficoltà. Facciamo un esempio. Abbiamo davanti Alessia Morani, e quindi di per sé siamo già sfigati parecchio. Le facciamo notare, con un garbo che probabilmente non merita, che un esponente del Pd è stato rinviato a giudizio eppure nessuno tra i renziani pare affrontare il problema. Anzi. Lei, dopo averci accusato di essere grillini, di rubare le caramelle a Nardella e di essere implicati nel disastro di Ustica (sempre ammesso che la Morani sappia di Ustica), replicherà così: “E allora i grillini? E allora la Raggi? E allora Quarto? E allora Bagheria?”.
La Morani si guarderà bene dal rispondere, anche perché una risposta non ce l’ha: butterà la palla in tribuna, spostando il tema e lasciando intendere che in fondo “così fan tutti”. Proprio come faceva Craxi, che magari la Morani conosce. Proprio come musicava Mozart, che magari la Morani non conosce.
Questa prassi di non rispondere è insopportabile. Una robaccia dialetticamente da asilo nido. Ma non lo fanno mica solo i renziani. Macché. Negli ultimi mesi è gettonatissima anche tra i 5Stelle. Non appena esprimi critiche sul loro operato, la reazione pavloviana di tanti grillini è puntualmente analoga a quella della Morani: “E allora il Pd?”. Tu critichi le “primarie” che hanno incoronato Di Maio, e loro: “E allora i cinesi che votavano Renzi ai gazebo?”. Tu gli rispondi che Renzi in quel momento non c’entra nulla, perché stavamo parlando dei 5Stelle. Ma loro niente. Ci riprovi così: “Non credete che il sindaco di Bagheria debba dimettersi?”. E loro: “E allora Sala?”. Oddio che palle. Tenti un’ultima carta: “La Raggi non sta deludendo?”. E loro: “E allora Giachetti? E il Rosatellum Bis? E l’invasione delle cavallette?”. A quel punto molli il colpo e perdi ogni speranza, mentre il 5Stelle ti avrà pure accusato di essere renziano.
Consci della sostanziale inutilità del gesto, vorremmo lanciare un appello agli esponenti di tutti i partiti e movimenti italiani: se qualcuno vi fa una domanda, e a quella domanda è connessa una critica, rispondete nel merito. Replicare che “lo fanno anche gli altri” non è solo insopportabile. È una risposta da asilo nido: da analfabeti compiaciuti della politica. È una presa in giro nei confronti degli elettori. Se vi si chiede di Grillo, non c’entra – e non ce ne frega nulla – di Renzi. E viceversa. Più parlate così, più volete male a voi stessi. E questo può anche starci: problemi vostri. Solo che, così parlando, contribuite allo svilimento della politica. E questo non può starci: non può essere accettabile.