Finita la partita della Nazionale, gli italiani hanno cambiato canale. Forse semplicemente messi a dura prova dalle tribolazioni dell’Italia di Ventura e da un post partita troppo noioso, o solo poco attratti dal solito format che non sembra tagliato per la rete ammiraglia. Sta di fatto che la terza puntata di Che fuori tempo che fa, lo spin-off del costosissimo talk show di Fabio Fazio, è stato un flop clamoroso: ascolti in picchiata al 9% di share, più che doppiato dal Grande Fratello Vip di Canale 5.
Un brutto colpo per la Rai, che sperava col grosso investimento (da circa 18 milioni di euro a stagione) sul conduttore ligure di sistemare in un colpo solo la prima serata di domenica e la seconda del lunedì. Invece entrambe le sfide al momento non sono partite col piede giusto. E Fazio rischia di diventare un problema per Viale Mazzini.
Le polemiche di quest’estate per il super compenso da 2,2 milioni di euro l’anno avevano creato grandi aspettative intorno ai suoi programmi. I risultati dell’Auditel, fin qui, non le hanno mantenute. Il prime time della domenica, dopo un inizio discreto, è stato battuto dalla fiction con Gianni Morandi, suscitando i primi malumori. Lo scivolone di lunedì, però, probabilmente è ancora più grave: appena il 9% di share, pari a 1.197.000 spettatori, in netta flessione dopo il 12% della scorsa settimana e il 14% dell’esordio. Abbondantemente sotto la media di rete e gli obiettivi aziendali fissati a quota 12-13%, peggio anche degli ascolti medi di Porta a Porta, che lo scorso anno si attestava intorno al 10%.
Un dato tanto più sconcertante se si considera che il programma poteva contare sul traino della Nazionale, che aveva superato il 30% di share. Ma il post partita ha fatto crollare gli ascolti, Maurizio Crozza ormai è inflazionato, e l’ospite d’onore della serata era il ministro Dario Franceschini con l’ennesima presentazione-spot del suo libro Disadorna. Mentre dall’altra parte su Canale 5 c’era il Grande Fratello Vip: così il confronto con la Casa delle celebrità e la comparsata hot di Belen Rodriguez è stato impietoso.
Stavolta il calo di ascolti non poteva proprio passare inosservato in Viale Mazzini. Chi in passato aveva criticato lo stipendio di Fazio, come il consigliere di vigilanza Michele Anzaldi, è tornato ad alzare la voce: “Non ci avevano spiegato che il super compenso a Fazio e le condizioni di assoluto privilegio per la sua trasmissione erano giustificati dal sicuro ritorno pubblicitario e dai grandi ascolti che sarebbero arrivati?”, chiede il deputato Pd. Adesso qualche dubbio comincia a serpeggiare pure fra i dirigenti. E poco conta che la trasmissione del lunedì abbia costi decisamente più contenuti (163 mila euro a puntata, a fronte dei 410 mila della domenica). Anche perché a preoccupare non sono tanto i numeri di Fazio, già di per sé deludenti, quanto gli ascolti complessivi della tv di Stato.
Da un paio d’anni, ormai, Fazio va in onda senza concorrenza interna, in una sorta di “regime protetto”: per lasciargli campo libero domenica sera, Report era stato spostato al lunedì (finendo per giunta per soffocare Presa diretta).
Ora che ha traslocato su Rai 1 portandosi dietro un “tesoretto” tolto al budget della terza rete, anche Rai3 (rimasta senza i soldi necessari per produrre un sostituto di livello) è stata costretta a sbaraccare la prima serata domenicale, che non a caso ha dimezzato gli ascolti. “Il problema non sono i numeri di Che tempo che fa su Rai 1, ma della Rai nel suo insieme: rispetto all’anno scorso, l’operazione ha messo in ballo circa 10 punti come dato complessivo. Se Fazio non sfonda la domenica sera, e non funziona nemmeno il lunedì, è un disastro”, spiega una fonte interna all’azienda. “Fossi nella direzione inizierei a preoccuparmi seriamente”.
La direzione però ha ben altro a cui pensare, alle prese con l’ennesimo risiko di nomine (in settimana Andrea Fabiano potrebbe passare a Rai2, mentre sulla rete ammiraglia approderebbe Angelo Teodoli), con in più l’incognita delle elezioni alle porte. In questo momento nessuno, tanto meno il direttore generale Mario Orfeo, si sente di rinnegare la scelta di Fazio. A Viale Mazzini non resta che sperare che il flop di lunedì sia solo un incidente di percorso. E che una volta finita la concorrenza di Morandi e del Grande Fratello, gli ascolti risalgano. Abbastanza almeno da giustificare l’investimento milionario, già programmato per i prossimi quattro anni.