Vip e campioni, tv e giornali: l’Open d’Italia di golf (in corso in questi giorni a Milano) è diventato un grande evento. Ma, grazie alla Ryder Cup, la principale manifestazione mondiale assegnata all’Italia per il 2022, anche un “buco nero” di soldi: l’ultimo bilancio della FederGolf (Fig) registra un passivo record di quasi 4,5 milioni di euro. E tra i conti spunta anche un altro finanziamento statale “straordinario” di 1,5 milioni, dopo i 60 milioni già nascosti nella Finanziaria e la garanzia di 97 milioni approvata a colpi di emendamenti.
Evidentemente i soldi pubblici al golf non bastano mai: il “regalino” extra del governo (senza cui la Fig sarebbe praticamente fallita) è stato uno degli ultimi atti di Matteo Renzi da premier, nel dicembre 2016. Adesso si scopre la sua importanza: i numeri del consuntivo 2016 da poco pubblicato sono disastrosi, con una perdita di 4,44 milioni. Ad affossarlo, 4,8 milioni in più di spese per l’organizzazione di manifestazioni sportive. Ovvero: la Ryder Cup e l’Open d’Italia, legati a doppio filo dalla stessa grandeur. I revisori entrano nel dettaglio e spiegano che il torneo nazionale, tanto celebrato in questi giorni, è in realtà un salasso per la FederGolf: “Oltre ai costi collegati al progetto Ryder Cup per circa 2,1 milioni, sono stati sostenuti oneri per l’organizzazione dell’Open d’Italia per 4,6 milioni che di fatto, al netto dei contributi straordinari Coni, rappresentano la perdita dell’esercizio”.
Già, perché da quando l’Italia si è messa in testa di organizzare la Ryder Cup, anche l’Open è diventato costosissimo (per una delle clausole sottoscritte dalla Federazione). Il montepremi è prima raddoppiato da 1,5 a 3 milioni, poi dall’edizione in corso è schizzato addirittura a quota 7 milioni per un decennio. E la Fig tutti questi soldi non ce li ha. Non a caso, anche trovare una Regione disposta a ospitare e cofinanziare l’evento non è stato facile (con le defezioni di Roma e Torino, prima che si facesse avanti Milano grazie alla disponibilità del governatore Roberto Maroni). Al resto ha dovuto provvedere lo Stato.
Nel 2016 i contributi pubblici alla Federazione sono stati 4,7 milioni, +45% sul 2015. Eppure il bilancio è stato un bagno di sangue, con il passivo che ha eroso il patrimonio da 5,4 milioni ad appena 1 milione. Solo il finanziamento di Palazzo Chigi ha impedito di scendere sotto il “fondo di dotazione minimo” che avrebbe impedito l’approvazione. “Una perdita iniziale è fisiologica”, glissa la Federazione. Anche se l’aumento delle quote degli associati (su cui ha scommesso Gian Paolo Montali, direttore del progetto Ryder Cup) per ora non si vede. Così diventa fondamentale l’appoggio dell’esecutivo e del ministro dello Sport, Luca Lotti, primo sostenitore dell’evento.
Le previsioni per il futuro non sono rosee (in cantiere un’altra perdita da 2 milioni), ma il governo ha già pensato a tutto: dal 2017 arriveranno 5,4 milioni l’anno (fino al 2027) stanziati nella Manovra. E se questi 60 milioni non dovessero bastare? La soluzione è pronta: le spese potranno essere coperte – scrivono i revisori – attraverso “l’erogazione dei contributi statali, i corrispettivi pattuiti con Infront e per differenza l’eventuale escussione della garanzia governativa”. Proprio la fideiussione da 97 milioni di euro che il ministro Lotti ha promesso non sarà mai toccata.