Oggi il Partito democratico festeggia a Roma il suo decimo compleanno. Non si può dire che sia una celebrazione in grande stile: alcuni dei principali protagonisti di quella stagione non hanno nessuna voglia di farsi gli auguri. Romano Prodi, che negli ultimi mesi ha progressivamente allontanato la sua tenda dal campo del Pd (la metafora è sua), non è stato invitato alla festa del Teatro Eliseo. O meglio così ha fatto sapere, visto che dal Nazareno sostengono il contrario: in ogni caso non ci sarà.
E non ci sarà nemmeno Arturo Parisi, altro ministro e padre nobile dell’Ulivo, che ieri ha rilasciato dichiarazioni tutt’altro che concilianti nei confronti di quello che è diventato il Partito democratico oggi: “Dopo l’approvazione del Rosatellum, grave nel merito e nel metodo, il decennale del Pd di domani, invece di un giorno di festa s’è trasformato in un giorno di lutto. Ricordo che 12 anni fa, quando Berlusconi c’impose il Porcellum, almeno non lo fece con la fiducia. Quanto alla cerimonia, noto almeno una sciatteria dell’organizzazione nel coordinamento delle agende. E dire che io e Romano Prodi qualche ruolo l’abbiamo avuto”.
I protagonisti della festa di oggi sono il fondatore Walter Veltroni, il segretario Matteo Renzi e il premier Paolo Gentiloni. Sul palco ci saranno anche gli ex segretari (tranne Bersani ed Epifani, migrati in Mdp). Ma la distanza tra quello che sarebbe dovuto essere il Pd nelle intenzioni di chi l’ha fatto nascere e quello che invece è diventato oggi, è evidente: buona parte di coloro che firmarono il documento fondativo, nel tempo hanno abbandonato il partito. I già citati Prodi, Parisi e Bersani, poi D’Alema, Cofferati, Enrico Letta, Rutelli, Bassolino, e tanti altri. Le due fotografie scattate al Pd – dieci anni fa e oggi – descrivono un invecchiamento impietoso: voti alle primarie dimezzati (dai 3,5 milioni del 2007 agli 1,8 milioni del 2017), peso elettorale diminuito (Veltroni nel 2008 prese il 33,18%, per i sondaggi Renzi oggi vale più o meno il 27%), iscritti calati vertiginosamente.
Il 2017 è stato l’anno della scissione: il Pd ha perso la Ditta migrata in Mdp. Nelle ultime amministrative i dem hanno lasciato alla destra, tra le tantissime città, diversi bastioni storici (a cominciare da Genova). E le vecchie “Regioni rosse” stanno perdendo colore.