La domenica gli italiani vogliono stare tranquilli; così parlò Mario Orfeo con lo scettro in una mano e una sega nell’altra (servita per eliminare L’Arena di Massimo Giletti). Ora la Raiuno concepita dal dg ha preso forma e in effetti più tranquilli di così si muore, gli italiani non si prendono quasi il disturbo di guardarla. Una pennica e via; ma se il sonno tarda, a favorirlo c’è Domenica in con Benedetta e Barbara Parodi.
Sorelle nella vita e nell’arte, le Parodis vezzeggiano ospiti come Christian De Sica, Marcella Bella, Carla Fracci e si giocano a testa o croce con Fazio quelli da promuovere (la serie Sotto copertura: Claudio Gioè a Domenica in, Alessandro Preziosi a Che tempo che fa). Barbara è fiancheggiata da Adriano Panatta e Claudio Lippi per motivi che restano oscuri anche a loro, mentre Benedetta è dotata di fornelli, così ogni tanto si mette a spignattare; buona idea, in Tv non lo fa nessuno, e questa è la trovata più originale in quattro ore.
Domenica in non è un programma brutto; è un programma sbagliato, che poteva funzionare una cinquantina di anni fa, finché c’è stato il monopolio; ora, dovendosi confrontare con un genio del trash come Barbara D’Urso senza il traino di Giletti (che almeno sfidava la D’Urso sul suo terreno) siamo fuori tempo massimo. Che fare? Il primo obiettivo è recuperare Panatta, che pare sempre sul punto di abbioccarsi, e Lippi, che pare sul punto di dare in escandescenze. Ma recuperare anche il pubblico a casa sembra davvero troppo.