Virginia Raggi, le immagini di Roberto Spada che prende a testate l’inviato di Nemo hanno fatto il giro delle televisioni e del Web. Che cosa ha da dire la sindaca di Roma?
Sono immagini che fanno orrore per la violenza e la gratuità del gesto. Mi spiace per il giornalista e per l’operatore che sono stati picchiati barbaramente. Mi spiace anche per quei commenti altrettanto barbari di chi, sui social, ha addirittura solidarizzato con l’aggressore invece che con le vittime. È un sintomo preoccupante, è il segnale di qualcosa che non funziona. Qualcosa di grave e di oscuro che deve preoccuparci tutti.
Lei ha girato spesso per Ostia, nella campagna elettorale comunale e anche in questa municipale. Che idea si è fatta degli Spada?
Gli abitanti del X Municipio, sfortunatamente, conoscono bene gli Spada per le varie inchieste della Procura e i processi in tribunale di cui il clan è stato protagonista negli anni. Parliamo di reati pesanti: usura, estorsione, droga e, non da ultimo, lo sfruttamento delle concessioni demaniali per le spiagge di Ostia. L’inchiesta di Mafia Capitale e gli arresti di alcuni membri della famiglia hanno ridotto la loro influenza. Ma sarebbe sbagliato abbassare la guardia.
Ma ancora votano e soprattutto fanno votare.
Nei giorni scorsi ho denunciato pubblicamente le segnalazioni che mi arrivavano dai cittadini riguardo la presenza di esponenti della famiglia davanti ai seggi durante il voto di domenica. Una presenza inquietante che lascia immaginare scenari peggiori. L’immagine che si ha è quella di una periferia da “Far West” dove tutto è possibile. Il centrodestra non si è neanche indignato per il fatto che CasaPound abbia incassato placidamente l’appoggio di Roberto Spada per le elezioni. Questo era andato a chiedergli il giornalista che è stato poi aggredito. Non si può essere indifferenti, altrimenti si diviene conniventi.
Lei che intende fare?
In primis, abbiamo preso pubblicamente le distanze dagli Spada e da CasaPound che ha accettato il loro appoggio. Dovrebbe essere scontato, eppure non tutti lo hanno fatto. Giuliana Di Pillo, la nostra candidata, ha avuto il coraggio di denunciare, mettendosi dalla parte dei cittadini. Abbiamo iniziato già l’anno scorso: abbiamo collaborato con il prefetto Vulpiani per riportare legalità sulle spiagge e nell’entroterra. Un lavoro silenzioso che però ha dato fastidio a chi su questo territorio era abituato a comandare. Ho appena parlato con il ministro dell’Interno, Marco Minniti: le istituzioni devono fare squadra contro la criminalità. Il ministro si è già mosso e restiamo in contatto. Le prese di posizione nette sono più che mai necessarie.
Per esempio?
Si potrebbe organizzare una manifestazione a Ostia per dire No alla criminalità. Sabato potrebbe essere il giorno giusto. Vediamo chi vuole partecipare, spero in tanti a prescindere dalle appartenenze politiche. Io ci sarò.
CasaPound è cresciuta molto nell’ultimo anno, anche per il vuoto politico.
Noi non scendiamo a patti né con gli Spada, né con Casapound, né con chi ha rovinato questo territorio negli anni. Vorremmo che tutti fossero altrettanto chiari. Giorgia Meloni ritiri quanto ha detto: ma come fa ad accettare i voti di CasaPound? L’ha detto Roberto Spada: uno di quei voti a CasaPound è il suo. La destra esca dall’ambiguità.
Il Pd lascerà libertà di voto al ballottaggio.
A noi non interessano i pacchetti di voti. Deve essere chiaro che quelli non li vogliamo anche perché non diamo nulla in cambio. Al ballottaggio tutti, soprattutto quanti non hanno votato al primo turno, hanno l’occasione per prendere le distanze dalla mafia e impedire che chi ha rovinato il X Municipio torni a governarlo. Noi la nostra scelta l’abbiamo già fatta. Ed è chiarissima.