La prima notizia che arriva dalla manifestazione di ieri è che la ‘società civile’ a Ostia è viva. Soffre tra fascisti e mafiosi, stretta tra il degrado e il disinteresse. Però c’è.
L’altra notizia è che stavolta il sindaco M5S Virginia Raggi ha fatto la cosa giusta e il Partito democratico ha perso una grande occasione.
Il sindaco di Roma, esponente di un partito che ha fatto della purezza incontaminata una ragione di vita, non ha esitato a partecipare senza simboli di partito a una manifestazione nella quale erano presenti esponenti di Mdp, Sinistra Italiana e persino il sindaco Pd di Fiumicino, Esterino Montino.
La terza notizia è che il popolo è più avanti dei politici. Mentre Matteo Orfini diceva ai suoi di non andare in strada per non favorire la campagna elettorale del M5S, i suoi erano in piazza a ‘riprendersi Ostia’.
Bastava fare un giro ieri tra la gente per capire la distanza tra Piazza Gasparri e Largo del Nazareno. “Sono qui perché aveva ragione Gaber”, ci ha detto Marianna, insegnante in pensione che vive da decenni a Ostia e l’ha vista cambiare. “Gaber cantava ‘C’è solo la strada su cui puoi contare, la strada è l’unica salvezza’ e noi – dice guardandomi fisso negli occhi come se parlasse a Roberto Spada – ci dobbiamo riprendere la strada”.
Ci voleva una grande prova della ‘società incivile’ per dare una scossa e un senso – per contrasto – all’espressione abusata di ‘società civile’.
Paradossalmente bisognerebbe ringraziare Spada per la testata in pieno volto e in pieno giorno al bravo Daniele Piervincenzi. Le modalità ‘mafiose’ di quel gesto non sono state viste solo dal giudice che lo ha tenuto in cella ieri. Quella testata è stata percepita come un colpo in volto a tutti quelli che sentono di far parte di un sistema di valori che viene prima dell’appartenenza a un partito. Era questo il senso della marcia di ieri. I cittadini l’hanno capito, i leader no.