“Rivolgo un estremo appello a Pietro Grasso e ai gruppi dirigenti di LeU affinché si ponga immediato rimedio a quanto sta accadendo in tante realtà regionali, compresa la mia, sulla formazione delle liste, i territori sono in rivolta in tutto il Paese”. Michele Piras, deputato sardo di Liberi e Uguali si fa portavoce del malcontento che sta squassando alla prima prova elettorale l’alleanza nata a sinistra del Pd, che rischia di finire in una gigantesca rissa per le poltrone.
Le liste, spiega l’ex coordinatore regionale sardo di Sel, sono “deboli, contrastate, escludenti”. Gli appelli provenienti dai territori finora sono serviti a poco. “Sia chiaro – mette in guardia il deputato – che così si rompe tutto” prefigurando l’ennesimo naufragio della sinistra. Le grida di dolore per le candidature non condivise o mal digerite e per l’abuso delle pluricandidature, provenienti dagli esponenti locali, si moltiplicano e anche i deputati e i senatori uscenti ed esclusi soffiano sul fuoco. In Piemonte ci si chiede quale sia il valore aggiunto che potrebbe apportare alla lista la riproposizione della vecchia guardia di Sel attraverso il grimaldello di LeU, con Giorgio Airaudo e Nicola Fratoianni a fare da apripista. A Bologna vecchio e nuovo corrono appaiati: nell’uninominale la “pasionaria” del Brancaccio, Anna Falcone, si presenta insieme a Pierluigi Bersani capolista nel proporzionale. Il nome della Falcone ritorna anche nelle pluricandidature nel Friuli e a Sondrio. Acque agitate in Abruzzo, dopo che la candidatura di Nico Stumpo di Mdp – impegnato in queste ore a Roma nella compilazione delle liste – nei due listini proporzionali in Calabria ha provocato uno tzunami che ha scaraventato la deputata calabrese Celeste Costantino in cima alla Maiella, affiancata da Danilo Leva proveniente dal vicino Molise.
Mal di pancia sui social anche in Basilicata, dopo che negli elenchi dei candidati a Potenza è spuntata la figlia del’anziano notabile lucano della Dc, Romualdo Coviello. I Liberi e Uguali siciliani sono in rivolta per la scelta di candidare capolista al Senato Pietro Grasso e Guglielmo Epifani alla Camera, togliendo spazio a diversi che ambivano a queste posizioni, da Giuseppe Zappulla a Gianni Battaglia e Pino Apprendi. La missione di Davide Zoggia nell’isola non ha placato i tanti mal di pancia per le scelte “calate dall’alto”, con qualcuno che pensa addirittura di defilarsi.
In Sicilia si consuma uno strappo anche con Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa protagonista di Fuocoammare. Per lui ci fu una standing ovation nel giorno della presentazione di LeU ma ieri Bartolo ha comunicato la rinuncia alla candidatura annunciata da Massimo D’Alema: “Vorrei che al molo Favaloro non ci fosse più bisogno di me, ma, purtroppo, gli sbarchi continuano senza sosta, il mio posto è qui”. Secondo Peppino Caldarola le ragioni sono altre: “Lo avevano spostato al Nord per lasciare spazio in Sicilia a qualche iperprotetto: se per favorire un burocratino si sacrifica Bartolo siamo veramente alla frutta”.
Lo sguardo è puntato ora verso le mosse del leader Pietro Grasso, che domenica aprirà ufficialmente la sua campagna elettorale a Palermo. A Napoli i fan di Antonio Bassolino si dividono tra delusi e furiosi per l’esclusione del loro leader dalle liste. Nei fatti, LeU – che a Napoli deve fare i conti anche coi mal di pancia di Possibile, che ha ritirato le sue candidature – ha preferito aprire agli uomini di Luigi de Magistris: tre di loro – Mario Coppeto, Elpidio Capasso e Josi Gerardo Della Ragione – saranno candidati nell’uninominale a Napoli e provincia.