Il vecchio che avanza non vuole convincervi a votare per questo o quel partito. Su chi mettere la croce lo deve decidere solo il cittadino. Il libro vuole invece aiutare i lettori a maturare una scelta davvero consapevole in vista del 4 marzo. Partendo dai fatti e non dalle promesse. Chi come me è andato a votare per la prima volta a inizio Anni Ottanta ha ampiamente sperimentato quanto poco conti ciò che viene detto in campagna elettorale. Più importante è invece scegliere le gambe giuste su cui le idee, se buone, possono camminare. Per questo ne Il vecchio avanza troverete molte storie e molte biografie. La pessima legge elettorale consente purtroppo le candidature multiple e impedisce il voto disgiunto tra uninominale e listini proporzionali. Ma almeno prevede che dei nomi e cognomi siano riportati sulle schede.
Se, come me, pensate che il riscatto anche economico di questo Paese richieda una forte lotta alla corruzione, alle mafie e all’inefficienza sarà per voi utile capire chi presenta liste pulite e chi no. Chi candida voltagabbana, cariatidi, parenti o figli di. Conoscerne le generalità, sapere cosa hanno detto e fatto, consente di valutare i criteri con cui i partiti hanno selezionato le loro classi dirigenti. Non per moralismo. Ma perché le “quote marroni” della politica condizionano la società.
Il garantismo, infatti, deve sempre valere in tribunale dove un imputato va dichiarato colpevole solo al di là di ogni ragionevole dubbio. Nelle istituzioni del terzo paese più corrotto d’Europa è invece bene applicare il buon senso. Perché se è vero che un avviso di garanzia non trasforma in criminali, non si possono nemmeno considerare gli avvisi (e i processi e le condanne) dei titoli si merito. Ma non basta. Il vecchio che avanza coltiva anche un po’ di memoria. Se, per esempio, si è affascinati dall’idea di pagare un’aliquota unica sul reddito del 23 per cento come propone Silvio Berlusconi è giusto sapere quante volte il pregiudicato leader di Forza Italia ha promesso riforme del genere senza poi attuarle.
Se invece davvero si teme la criminalità di strada è bene sapere chi ha votato provvedimenti come lo svuota carceri, l’indulto, la riforma che ha resto estremamente più difficile la custodia cautelare o quella che vieta le intercettazioni informatiche al di fuori delle indagini per mafia o terrorismo.
Il vecchio che avanza è una sorta di manuale per il voto informato che però non rinuncia all’analisi degli scenari futuri. Partendo da una constatazione. Qualunque sarà la maggioranza, e specialmente se si arriverà a una grande coalizione, è necessario che in parlamento ci sia un’opposizione forte e non consociativa. Perché in ogni democrazia la prima e più importante funzione di controllo sull’operato di governo, non spetta alla stampa o alla magistratura, ma alla minoranza. Conoscerla, riflettere sui suoi errori e sugli eventuali pregi, è utile. Sopratutto se siete da tutti disgustati o se pensate che nessuno vi rappresenti, ma vi rendete conto che da sempre gli amministratori peggiori sono eletti da tutti quei bravi cittadini che non vanno a votare.