L’ex boss di camorra e rifiuti si è presentato all’assessore al Bilancio di Salerno Roberto De Luca col suo nome vero, Nunzio Perrella. Si è fatto passare con l’organizzatore dell’appuntamento, il commercialista Francesco Colletta, come imprenditore di una multinazionale. Perrella ha discusso con il professionista di Angri (Salerno) e con il rampollo del governatore Pd della Campania Vincenzo De Luca di come smaltire i milioni di ecoballe che infestano la Campania. Roberto ha ricordato “che c’è già qualche gara in corso” e poi ha fatto riferimento a una telefonata da fare al “professore B. o a un altro tecnico della Regione” per saggiare Perrella “in via sperimentale” dopo avergli chiesto se si occupava solo di ecoballe e sentendosi rispondere da Perrella che la sua azienda può fare tutto. Il giorno dopo, l’ex boss si è intrattenuto con Colletta, in assenza di Roberto, per proporgli una quota “tra il 10 e il 15%”, e Colletta ha risposto sì. “È comprensivo anche di Roberto”. “Sì”.
Gli incontri sarebbero avvenuti il 6 e il 7 febbraio nello studio di Colletta, e la prova è in 4 minuti e mezzo di video che sono la parte più incandescente delle 900 ore di filmati girati di nascosto dalla redazione di Fanpage.it nell’ambito di una colossale videoinchiesta di 6 mesi sui traffici di rifiuti tossici attraverso lo Stivale. Il direttore Francesco Piccinini e la redazione hanno utilizzato Perrella come una sorta di “agente provocatore”. Lui si è mosso con consumata esperienza, sfruttando le sue competenze nel business della spazzatura e una spregiudicatezza senza pari nel proporre tangenti sui lavori a cui fingeva di essere interessato (l’uomo ha fatto più di 20 anni di arresti ed è fuori dal giro, ma aveva fatto sapere di essere tornato “in attività”). La videocamera nascosta registra Perrella, sulla sessantina, mentre dice “è proprio giovane” di fronte a Roberto, 34 anni, che gli apre la porta. Deve essergli sembrato un ragazzino.
A che titolo intermediari organizzano incontri su appalti di competenza della Regione Campania con un assessore di Salerno il cui unico rapporto con Palazzo Santa Lucia è l’essere figlio del presidente? Forse la risposta verrà dai pm di Napoli, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, che hanno indagato De Luca jr e Colletta per corruzione, hanno perquisito ieri all’alba casa e studio di Roberto (ma non gli uffici in Comune) e hanno acquisito computer e cellulari per estrarne documenti, email, sms e whatsapp. Un’accelerazione improvvisa, che la Procura ha spiegato con la comunicazione informale di Fanpage di essere pronta a mandare in rete i video di gennaio sulla gestione di Sma Campania (bonifiche ambientali e smaltimento fanghi) da parte degli uomini di Luciano Passariello, candidato di FdI e del centrodestra a Napoli, indagato per corruzione e corruzione aggravata (oggi verrà revocato l’ad di Sma, indagato anche lui). Ma c’era anche il materiale sull’entourage di De Luca jr.
Sarebbero tre video (in uno solo compare Roberto). I primi contatti tra i giornalisti della testata web e la Procura risalgono a pochissimi giorni prima di Natale. Un camion pieno di fusti tossici manovrato da uno dei broker contattati da Fanpage sta girando per il Veneto senza riuscire a sversare, e Piccinini ritiene sia venuto il momento di tutelarsi. Va dai pm e racconta, sa che ci sono altri fascicoli aperti su Sma e spiega che sta girando da mesi una videoinchiesta. Il 30 dicembre mette a verbale e consegna il girato. Poi va avanti. Fino ad arrivare a De Luca jr attraverso Perrella.
Piccinini, Perrella e il videoreporter Sacha Biazzo (che si fingeva autista dell’ex boss) sono indagati di induzione alla corruzione e il direttore rischia anche la violazione del segreto d’ufficio perché ha iniziato a pubblicare i video acquisiti dalla Procura l’altroieri. Roberto De Luca ieri sera ha fatto sapere che ha “piena fiducia nel lavoro della magistratura. Sono certo – dice – che tutto sarà chiarito, rispetto a questioni con le quali non c’entro assolutamente nulla”.
I 5Stelle attaccano e ricordano che Passariello, presidente della Commissione partecipate, ha goduto di una proroga di 60 giorni, l’ennesima, fino al 28 febbraio. Fino al voto. Il leader di LeU Pietro Grasso: “A Napoli si dice ‘tengo famiglia’ ed evidentemente si pensa che la politica, fatta secondo una discendenza dinastica, sia un modo di risolvere i problemi personali’”. Oggi Matteo Renzi è a Napoli, ieri al Tg Norba ha invitato gli elettori a non confondere i fratelli De Luca (Piero è capolista Pd a Caserta): “Questa storia qui con il nostro candidato non c’entra niente, Piero De Luca non è indagato. Ora non iniziamo anche ad addossare ai fratelli le responsabilità degli altri”.