I sindacati? Da eliminare. Saviano? “Un massone”. Il vero nemico? I sionisti. Non è la Lega, non è CasaPound, ma il pensiero della neo eletta senatrice del Movimento 5 stelle Marinella Pacifico, di professione insegnante di geopolitica in un liceo di Cisterna di Latina, esponente attivissima dei meetup pontini. Ha girato in camper il suo territorio, tanti incontri e comizi. E alla fine ce l’ha fatta, guadagnando un seggio a palazzo Madama, inserita nel listino del collegio Lazio 3, lo stesso di Emanuele Dessì, il candidato finito nella lista nera per la casa popolare a 7 euro al mese ed ugualmente eletto. (Dopo l’articolo del Fatto, la neosenatrice è stata segnalata ai probiviri del Movimento che valuteranno la sanzione).
Si professa “fruttariana”, ovvero il gruppo più estremo dei vegani: pranzo e cena solo a base di frutta, niente “cadaveri” o insalate (mai uccidere una pianta). “I malati di cancro vengono alimentati con cibi altamente acidi che determinano il crollo fisico”, assicura su Facebook, e basta mangiare tante mele per avere una salute di ferro. Ha un certo amore per la danza: nulla di male, se non fosse per i video sexy – e un po’ narcisisti – che pubblica sui social, con pose poco in tono con l’emiciclo austero dove entrerà nei prossimi giorni. E questo è il colore.
Più sostanziale, e politica, è la sua posizione sui temi delicati dell’agenda pubblica. Convinta no vax, ritiene i vaccini il male del mondo. Ha punti fermi, come l’avversione nei confronti di Roberto Saviano: “Si lamentano tutti per la mafia e poi fanno la fila per questo massone”, scrive il 22 ottobre scorso commentando la notizia del successo di pubblico della conferenza dello scrittore a Latina. “Questo personaggio arricchitosi grazie alla massoneria”, aggiunge rincarando la dose. Stessa tesi pubblicata il giorno prima: “Venduto alla massoneria”, commentava sotto la foto dello scrittore.
I mali del mondo – per la senatrice che si dichiara esperta di geopolitica – vengono dalle grandi lobby. Ad iniziare da quella più classica, il cavallo di battaglia di tutte le destre del mondo. E così quando la presidente della Camera organizza il concerto di Natale con la cantante israeliana Achinoam Nini, in arte Noa, commenta: “E mentre la sionista Boldrini si gode lo spettacolo di Noa, il suo amico del Bene Comune si ritrova in giunta un assessore in meno”, riferendosi al sindaco di Latina Damiano Coletta. Insopportabile ai suoi occhi la vicinanza – vera o presunta – tra la presidente della Camera uscente e il primo cittadino della capitale pontina.
Anche quando insieme cambiano il nome dell’ex parco Arnaldo Mussolini, dedicandolo a Falcone e Borsellino: lei assicura era dalla parte dei contestatori, ovvero dell’anima fascista della città che quel giorno protestò pubblicamente, al grido di “Littoria” e con molti saluti romani: “I sostenitori della legalità – scrive su Facebook il 20 luglio scorso – hanno riconosciuto il coraggio dei cittadini di Latina nel pretendere il rispetto della storia e delle origini della nostra città di fondazione”. Idee nette anche sul tema del lavoro: oltre al Jobs act e alla legge Fornero “elimineremo anche i sindacati”, promette in un post dello scorso 30 settembre.