Ad Anagni non è più un segreto per nessuno: er Batman è tornato. Franco Fiorito, dopo sei anni di silenzi e riflessioni ascetiche, si è riaffacciato sulla scena cittadina: prima gli applausi presi a un convegno di Forza Italia, poi il caminetto politico in cui Francone ha tessuto la tela di un piccolo patto del Nazareno ciociaro, che potrebbe tenere insieme Pd e centrodestra alle elezioni comunali del 10 giugno. Fiorito lavora dietro le quinte, insomma. E nella città dei quattro Papi nessuno si sorprende o si scandalizza.
Anagni è passata alla storia per “lo schiaffo” a Bonifacio VIII (anno del Signore 1303) e poi alla cronaca nazionale per le gesta del suo Batman (anno 2012): ex sindaco, ex recordman di preferenze nell’elezione alla Regione Lazio, ex capogruppo del Pdl nella sfortunata stagione di Renata Polverini alla Pisana. È diventato un’icona, a suo modo, della politica italiana contemporanea: Fiorito è stato il fuoriclasse delle spese pazze; l’uomo che sei anni fa fece esplodere la prima di tantissime rimborsopoli. Dopo di lui, si scoprì che lo facevano quasi tutti e quasi ovunque: i soldi regionali dei partiti usati per i fatti propri. Francone però fece le cose in grande: accumulò tre stipendi in un solo incarico (le indennità di consigliere regionale, di capogruppo e di presidente della commissione Bilancio) e mise le mani su oltre un milione di euro dei fondi del Pdl, distribuiti in un buon numero di conti correnti italiani ed esteri. Vacanze, immobili e varie comodità, tra cui la famosa Jeep da 35mila euro acquistata nei giorni dell’emergenza neve a Roma. Una storiaccia che gli è costata un periodo in carcere a Regina Coeli e poi una condanna in appello a tre anni per peculato (la sentenza è di novembre 2017, il suo avvocato Carlo Taormina ha fatto ricorso in Cassazione) e cinque di interdizione dai pubblici uffici.
Qui ad Anagni tutto è perdonato. “Per la gente da un punto di vista affettivo Franco è un amicone – spiega Guglielmo Rosatella, segretario locale di Forza Italia e vicesindaco di Fiorito dal 2001 al 2005 –. È uno che sa farsi volere bene, ci si va a cena volentieri, ci si diverte”. E poi “ha fatto anche cose buone” (come il Duce, di cui Francone è sempre stato ammiratore dichiarato). “Ma ora non ha ambizioni personali, anche perché non può essere candidato”. Batman fa il padre nobile, dunque. Il federatore. “D’altronde, dalla passione politica”, chiude Rosatella, “non si guarisce mai”.
Fiorito è tornato sulla scena a fine febbraio, nel convegno che ha aperto la campagna elettorale del centrodestra. Gli sono stati riservati una sedia in prima fila e un applauso scrosciante. Qualche settimana più tardi, a fine marzo, Francone è stato il protagonista di un incontro semi clandestino (raccontato dal sito anagnia.com) tra i dirigenti di Pd e Forza Italia, promosso dall’imprenditore locale Domenico Beccidelli. Batman ha perorato l’alleanza trasversale per eleggere il prossimo sindaco. Il patto è parzialmente riuscito: il Pd di Anagni è destinato a spaccarsi. Una parte, quella del segretario locale Francesco Sordo, già si dice disposta al sommo sacrificio “per dare un governo alla città”: formerà una lista civica per sostenere il candidato del centrodestra. Che sarà probabilmente il forzista Daniele Natalia, anche lui un fioritiano doc, già assessore negli anni del Batman sindaco. Sul punto, risponde piccato: “Non ho padri né padroni”.
In comune però hanno avuto una fastidiosa indagine per tentata concussione, archiviata nel 2013: Natalia è stato intercettato mentre chiedeva a un imprenditore un generoso contributo alla campagna di Batman per le Regionali. In cambio c’era in ballo un permesso a edificare. “Fummo subito prosciolti”, puntualizza il prossimo probabile sindaco di Anagni.
Che poi racconta: “Io e Franco siamo amici, quello che ha fatto al governo della città non c’entra nulla con i problemi che ha avuto dopo in Regione. Anche tutto quel folklore… lo sa che la famosa Jeep gli è stata restituita con tante scuse, perché se l’era comprata con i soldi suoi?”. Un sollievo. “Ora Franco non ha nessun interesse diretto verso l’attività politica. Certo qui ci sono tante persone che lo stimano e gli vogliono bene. Non è escluso che quelle persone possano seguire le sue indicazioni e le sue riflessioni…”.
Sergio, il titolare del ristorante “La Piazzetta” proprio di fronte alla cattedrale di Santa Maria Annunziata, è più prosaico: “Sono tutti uomini di Fiorito. Non è cambiato niente, nelle liste di Anagni ci sono sempre gli stessi nomi”. Il suo non è pregiudizio ideologico: “Io Fiorito l’ho votato e le dico di più: questa città ora è morta, gli unici anni in cui si muoveva qualcosa sono stati quelli in cui era sindaco lui”. Poi c’è stato lo scandalo nazionale: “Di Anagni si parlava per la storia, i Papi, il borgo storico. Ma a un certo punto era diventata solo la città de Batman”.
Lui, Batman, non risponde alle chiamate e ai messaggi. La sua villa è nel quartiere Monti, sulla collina di fronte al borgo di Anagni, lungo la via che porta verso Acuto. Risponde brevemente su whatsapp: “Se scrivete del mio ritorno, scrivete del nulla”. L’unico impiego ufficiale ora è quello da opinionista sul sito di Alessio Porcu, una delle testate più informate sui fatti anagnini. Sotto la firma, Fiorito si definisce un “Ulisse della Politica”.