Silvio Berlusconi respira di nuovo l’aria dei vertici internazionali e, come gli capitava spesso ai bei tempi, si lascia andare a peculiari rivisitazioni della realtà. In Italia, intanto, quel che resta del suo partito vota – da solo – contro le relazioni sul Documento di economia e finanza del governo Gentiloni: un segnale psicologico più che politico, i dirigenti di Forza Italia si sentono opposizione (ci sono più dubbi, se non altro a fini di sopravvivenza, sul resto della truppa parlamentare).
Torniamo al Cavaliere congelato e ormai riabilitato. Ieri era a Sofia per un vertice del Ppe e il suo malumore nei confronti di “quei due” – leggi Matteo Salvini e Luigi Di Maio – faceva fatica a trattenere gli argini tanto della convenienza politica (visto che è stato lui a dargli il via libera ed è ancora formalmente alleato della Lega) che della coerenza interna alle argomentazioni. Ieri, per dire, il fu impresentabile, oggi leader vezzeggiato dai meglio salotti europei, ha incassato l’appoggio del moderato presidente ungherese Viktor Orbán (“M5S e Lega? Silvio è il mio unico amico”) e poi è finito a fare l’elogio dello spread come segno di preoccupazione dei nostri partner.
Questo spread, gli chiedono, sale come nel 2011 (ci torneremo) e lei all’epoca parlò di complotto internazionale? “Vi posso assicurare che per ora non c’è nessun complotto. Anzi, c’è il contrario del complotto, c’è la voglia di aiutare l’Italia a uscire dalla situazione in cui siamo”. E perché tanta generosità: “Preoccupazione è la parola che fotografa la situazione attuale – spiega il leader europeista caro ad Angela Merkel – Ciò che accade in Italia desta moltissima preoccupazione in tutta Europa. Io sono molto preoccupato per quello che succede nei mercati, può succedere alle aziende e alle famiglie italiane”. E la preoccupazione per le aziende è l’unico afflato sincero che gli possiamo riconoscere.
Per capire lo stato mentale di Forza Italia va citato senz’altro l’ex capogruppo ed ex ministro nell’estate dello spread, Renato Brunetta, tra i più vibranti denunciatori del complotto del 2011: “Questa è stata una giornata drammatica per la Borsa di Milano e per i nostri titoli di Stato” con “lo spread che è salito fino a quota 153 punti base, in aumento di circa 20 punti rispetto alla giornata di ieri”. Seguono varie profezie di sventura fino a “una situazione del tutto analoga a quella già sperimentata dalla Grecia”. Una “giornata drammatica” in cui lo spread rispetto ai bund tedeschi è salito un po’ in tutta Europa e si continuavano a registrare rendimenti bassissimi sui titoli di Stato e senza alcun “mercoledì nero” in Borsa (-2,3% com’è successo altre volte e ancora succederà).
Per capire lo stato mentale di Forza Italia, invece, basti dire che ieri nelle commissioni Speciali di Camera e Senato ha votato contro due relazioni al Def in cui sostanzialmente ci si limitava a descrivere i numeri di un documento in cui ci sono solo previsioni a legislazione vigente. “La mia relazione avrà un carattere meramente tecnico: il momento politico sarà quello della discussione in aula”, aveva spiegato il relatore in Senato, il leghista Bagnai. Non è servito: tutti a favore, Forza Italia contro. Nelle “giornate drammatiche”, capita di non riuscire a tenere i nervi saldi.