Nella giornata di ieri sono successe moltissime cose, alcune delle quali – specie sul web – fanno pensare che per una sorta di compensazione interna nel paese, abbiamo chiuso i porti ma aperto le gabbie. Tutto è iniziato con il ministro Salvini che dichiara guerra alle Ong con un hashtag (#chiudiamoiporti) e i suoi oppositori che rispondono a questa efferata battaglia navale con l’hashtag #umanitàaperta. Nel frattempo Luciano Nobili del Pd si dichiara indignato per questa speculazione sulla pelle dei migranti e lo dichiara tramite un post sponsorizzato su facebook. Il sindaco pentastellato Filippo Nogarin scrive sempre su Facebook che il porto della sua Livorno è aperto e pronto ad accogliere i 629 migranti. Poi Di Maio lo chiama, lui cancella il post e spiega che a Livorno hanno finito i posti letto perché c’è la Sagra del Caciucco, sarà per la prossima volta.
Il premier Conte non si esprime anche perché visto il suo master in International Cooperation and Development e tecniche di ormeggi in porto, preferisce evitare il conflitto di interessi. Ringrazia poi il buon Dio e il suo congiunto più giovane per l’intervento solidale della Spagna. Gino Strada definisce Salvini “razzista”, ma viene invitato a aiutare i migranti a casa loro, anziché blaterare e basta. Alessia Morani si conferma una comunicatrice e pr di raro talento, tant’è che per dare del razzista a Salvini scrive che “Lombroso avrebbe saputo come qualificarlo”. Qualcuno le fa delicatamente notare che per dare del razzista al ministro della difesa ha citato il fautore del razzismo scientifico Lombroso, lei replica che “lo ha fatto di proposito”. Un po’ come il Pd quando l’ha voluta nella segreteria di partito: di proposito, per suicidarsi.
Il cardinal Ravasi, ignorando l’utente medio social specie se salviniano, twitta con coraggio “Ero straniero e non mi avete accolto” (Matteo 25,43) e scopre che a precedere l’Apocalisse non sono i sette sigilli e le sette trombe: bastano i 280 caratteri di twitter. Poi c’è il capolavoro della giornata- #apriamolegabbie, ovvero la pioggia di commenti sulla pagina fb di Salvini che scrive “Vittoria” come se anziché respingere una nave di migranti avesse respinto l’attacco di Bowser in Super Mario Bros. Gli italiani, esaltati dal primo trionfo, si scoprono tutti esperti di storia, politica internazionale e di coordinamento di interventi militari terrestri e navali.
Giovanni A., ingegnere (!), si diletta nell’analisi storica affermando che ‘Prima dell’avvento del PD nessuno attraversava il mare con gommoni pronti ad affondare’. Gli sbarchi a Lampedusa sono iniziati nel ’92 e il PD è nato nel 2007, ma non accaniamoci: Giovanni studia Ingegneria, mica Storia. Ed è al passato che guarda l’ardito Massimiliano P., nostalgico delle imprese dannunziane tanto da suggerire una soluzione che provenga dall’aere: “Perché non iniziare con una campagna di volantinaggio aereo come deterrente? Nelle (?) coste e nei paesi africani di provenienza, nella loro lingua, scrivendo che le regole sono cambiate e non verranno più accolti”. Idea geniale, ovviamente al netto del fatto che le lingue parlate in Africa sono più o meno un migliaio e che più che volantini assomiglierebbero ai rotoloni Regina che non finiscono mai. Ci sarebbe poi anche il problemino della violazione dello spazio aereo, ma forse tra ‘le regole che sono cambiate’ Massimiliano include pure quella.
Lucia G. invece ha in mente un piano collaudato: “i migranti vengano vaccinati, ripuliti, disinfettati e schedati”. Collaudato, sì, dalle SS ai tempi di Auschwitz. Ma a mettere in guardia il Capitano ci pensa Conny M.: “Questi sbarchi sono sapientemente organizzati a tavolino per mettere in difficoltà Matteo Salvini”. Deve aver evidentemente carpito alcuni dei dialoghi che serpeggiavano nei lager libici nei giorni scorsi: – ok, ragazzi, saliamo in seicento su un gommone che forse affonda fra cento metri, andiamo a rompere i coglioni a Salvini!
Probabilmente sono le stesse fonti autorevoli di Anna Cristina S., che scoperchia il gioco: “C’è un disegno criminale internazionale, ad opera dei poteri forti. Quello di africanizzare l’Italia, con la complicità delle Ong internazionali”. Ecco chi erano, i poteri forti. Noi tutti lì concentrati sui morti di fame, su Boko Haram e Mobutu, e invece era la finanza internazionale che vuole africanizzare l’Italia, probabilmente perché gli africani fanno i lavori che gli italiani non vogliono più fare, tipo pagare le tasse. Maria Cristina mette le mani avanti: “Io non sono razzista, il mio mito è Martin Luther King, ma vogliono venire col barcone per introdurre terroristi e per delinquere”. Della serie: io non sono omofobo, il mio mito è Fabio Canino, ma i gay sono degli invertiti che inchiappettandosi tra di loro vogliono far finire il mondo.
Giusy è più pragmatica e rifiuta con saggezza le teorie più vittimistiche: “Non scappano dalla guerra, ma vengono da noi per qualche capriccio di gente che vuole tutto dalla vita. Basta giochi capricciosi!”. Angela ha un inquietante aneddoto che i nostri Servizi Segreti hanno già preso in seria considerazione: “Ieri sera 4 rifugiati erano sul lungomare di Bisceglie ben vestiti, in bicicletta, con telefonini di ultima generazione seduti al fresco con una bottiglia di wisky. Ma non sono musulmani? Ultimo di tanti episodi!”. Capito? E chissà quando ci racconterà di quella volta in cui nella periferia di Bisceglie ha visto due donne di colore salire su un autobus, anziché raggiungere il centro scalze, con un cesto di ananas sulla testa.
Ok, ma in questo groviglio inestricabile di avanzati programmi geopolitici, qual è la soluzione finale, quella che ti fa dire ‘oh, adesso è tutto chiaro’? Quella di Carmelapasquale A.: “In Italia deve arrivare solo una nave ogni 5, dopo Malta, Spagna, Germania, Francia e Austria”. Insomma, prossimo attracco: il porto di Vienna.