Mentre prosegue il dibattito su come potenziarli, i servizi del lavoro in Italia continuano a essere retti da migliaia di operatori precari. Non solo i centri per l’impiego, che contano su circa 2 mila dipendenti a termine, ma anche la società Anpal servizi, il braccio operativo delle politiche per l’occupazione, ha buona parte del personale che “scadrà” tra il 2019 e settembre 2020.
Questa situazione paradossale italiana è figlia delle risorse investite in politiche attive che nel nostro Paese sono storicamente scarse, soprattutto se confrontate con quelle degli altri Stati europei. Quanto agli ex uffici di collocamento, oggi Cpi, il ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha già detto di volerli rafforzare, come prerogativa per far partire il reddito di cittadinanza. Meno chiare, invece, sono le intenzioni che il governo ha in riferimento ad Anpal servizi, che è la società per azioni in house dell’agenzia Anpal. Considerando che le politiche attive del lavoro sono di competenza regionale, questo ente svolge il ruolo di coordinamento di tutte le azioni messe in campo a livello locale. Nell’azienda pubblica lavorano circa 1.300 persone, con i precari che si aggirano attorno alle 800 unità. In questi giorni, la commissione Lavoro del Senato è impegnata in un’indagine conoscitiva sul funzionamento dei servizi pubblici per l’impiego. I precari di Anpal servizi, che si sono riuniti in un coordinamento, finora non sono stati considerati. “Si parla sempre di centri per l’impiego – spiegano – ma nessuno fa riferimento alla nostra situazione. Nemmeno il presidente Anpal Maurizio Del Conte, che ricopre anche il ruolo di amministratore unico di Anpal servizi, ci ha citati nel suo intervento del 18 luglio”. Proprio Del Conte sarà sentito nuovamente questa mattina dalla commissione. “Ci auguriamo – aggiungono – che, almeno questa volta porti a conoscenza dei senatori la nostra vicenda. Ci sono nostri colleghi che vivono in questa situazione da quasi vent’anni, avendo iniziato con Italia Lavoro (vecchio nome di Anpal servizi, ndr)”.
Buona parte di questi precari ha dovuto superare nuove selezioni un anno fa, ottenendo però contratti che dureranno fino al 2020. Sempre nell’estate 2017, i vertici della società hanno anche annunciato un percorso di assunzione permanente basato sull’anzianità. “Hanno stabilizzato 50 persone – affermano dal coordinamento – poi si è tutto bloccato”. A gennaio 2019, comunque, scadrà il mandato triennale di Del Conte. Nei prossimi mesi, quindi, il governo deciderà a chi affidare il vertice Anpal. E soprattutto se puntare su questa agenzia, garantendo tutele ai suoi lavoratori.