Dal 3 settembre Sergio De Caprio, il “capitano Ultimo” dei carabinieri che nel 1993 arrestò Totò Riina, non avrà più la scorta. La decisione è stata presa il 31 luglio su proposta della prefettura competente. Ed è stata ufficialmente comunicata con queste parole: “Per opportuna notizia e per gli adempimenti di competenza, si informa che, in adesione alla proposta formulata in esito alla riunione di coordinamento delle forze di polizia, tenutasi il 31 scorso luglio, l’ufficio Centrale Interforze per la Sicurezza Personale ha disposto la revoca della misura di tutela su auto non protetta (quarto livello di rischio) già svolta a protezione del colonnello Sergio De Caprio”. E quindi si invita a “disporre la dismissione del predetto servizio tutorio con decorrenza dal 3 settembre, dando assicurazione a questo ufficio in ordine alla effettiva cessazione del servizio”.
Sull’argomento è intervenuta Rita Dalla Chiesa, figlia del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, ucciso dalla mafia nel 1982, che chiede l’intervento del ministro dell’Interno Matteo Salvini.
“In questo foglio – scrive Rita Dalla Chiesa sul suo profilo Facebook – c’è scritto che, dal 3 settembre, verrà tolta la scorta al Capitano Ultimo. A colui che arrestò Totò Riina. Il 3 settembre venne anche ucciso mio padre. Ministro Matteo Salvini lei sa di questa aberrante decisione? La scorta a Saviano sì, e a Capitano Ultimo no?”.
Chiede l’intervento di Salvini anche Giorgio Mulè, deputato e portavoce dei gruppi di Forza Italia alla Camera e al Senato: “Caro Matteo Salvini – scrive Mulè su twitter – siccome la mafia non uccide solo d’estate e se ti condanna a morte la sentenza non viene mai annullata, usa la santa cortesia di provvedere subito alla sicurezza di Ultimo. Revocare la protezione a chi arrestò Riina è da vigliacchi”.
Dello stesso parere la deputata di Forza Italia Deborah Bergamini: “Se fosse vero – scrive su twitter – che fra pochi giorni tolgono la scorta al Capitano Ultimo – mentre continuano a concederla a Saviano – vorrebbe dire che viviamo in uno Stato che non sa essere Stato. Matteo Salvini può evitare questa ingiustizia”.
Il colonnello De Caprio è stato fino al 2016 il vice comandante del Nucleo ecologico dei carabinieri, il reparto dell’Arma che ha indagato su Cpl e su Consip con la squadra agli ordini del capitano Scafarto, poi indagato per presunte falsificazioni di una informativa.