Ungheria Nel 2016 l’Oscar per la Shoah in semi-soggettiva di Son of Saul, bissare tre anni più tardi sarà assai ostico, ma l’autore si conferma ostinato e contrario. Budapest, anni dieci del secolo scorso, l’apogeo della decadenza, l’alba della rivoluzione, e un mystery in cappelleria: mesme-rizzante, imperfetto, imprescindibile. A Venezia i parrucconi italiani l’hanno vilipeso, il Fipresci della critica internazionale […]
I candidati per le nomination
“Sunset” dell’ostinato regista László Nemes
1 Ottobre 2018