Per quattro giorni i commissari dell’Ufficio ispettivo del ministero dell’Interno sono stati in trasferta a Milano. Indirizzo: via Fatebenefratelli sede della Questura e più in particolare ai piani alti del palazzo nelle sale e nelle stanze dell’Ufficio prevenzione generale (Upg), in sostanza il reparto che gestisce e coordina buona parte delle volanti in città. Auto e non solo. Anche le motociclette del reparto Nibbio. E qui arriva il nodo della questione molto delicata e molto riservata. Tanto che la stessa Questura nega di sapere di un’ispezione. A quanto risulta al Fatto Quotidiano, invece, le ispezioni all’Upg sono state fatte con acquisizioni di documenti e varie audizioni di funzionari. Al centro di quello che è a tutti gli effetti solo un procedimento disciplinare, ancora da definire nei contenuti e nei protagonisti, vi è un pacchetto di donazioni alla polizia che riguardano circa dieci moto, diversi caschi e divise tecniche.
L’obiettivo è comprendere se la gestione di queste donazioni da parte della Questura rientri nelle regole amministrative o meno. Nessun sospetto è emerso di un uso personalistico dei fondi. Il periodo messo sotto esame dai commissari riguarda il biennio 2015-2017, epoca in cui il questore non era l’attuale dottor Marcello Cardona, ma il dottor Luigi Savina. Mentre già all’epoca a dirigere l’Ufficio prevenzione generale c’era la dottoressa Maria José Falcicchia, nominata nel ruolo a partire dal 2014. Due delle moto, di cui vi è regolare documentazione e carteggio, sono state date in comodato d’uso da una casa motociclistica proprio durante il periodo di Expo. In questo caso il contatto è stato diretto con l’azienda costruttrice che inizialmente pensava di donarle a un commissariato. In un secondo momento, soprattutto per una questione di visibilità, sono state date alla Questura di via Fatebenefratelli. Ma su questo filone non vi sono dubbi o incertezze.
Diversa la questione che riguarda il secondo pacchetto di mezzi e accessori, otto motociclette, caschi e tute donati alla Questura da un finanziatore. Anche in questo caso, spiega la Questura, vi è regolare documentazione. Il compito dei commissari ora è quello di comprendere e quindi di fare chiarezza sulle modalità con cui queste donazioni sono state gestite. E il filone delle moto è solamente uno di quelli presi in considerazione. Per questo i commissari a partire dal primo ottobre sono stati in Questura. Allo stato sono stati già sentiti alcuni agenti e dirigenti impiegati proprio nel reparto Nibbio. Un accesso è stato fatto anche negli uffici del primo dirigente. Anche qui l’obiettivo è semplicemente acquisire documentazione. Nulla di penalmente rilevante è emerso. Al momento, poi, la dottoressa Maria José Falcicchia, che prima di arrivare all’Upg ha diretto con grande successo la prima sezione della Mobile sulla criminalità organizzata, si trova a Roma negli uffici del ministero per mettere a punto il progetto di costituire la nuova Questura di Monza. Attualmente nel capoluogo brianzolo c’è solamente un commissariato. Prima di partire per la Capitale, il primo dirigente, nella girandola degli spostamenti disposti dal questore Cardona, era stata messa a dirigere il commissariato Monforte Vittoria. Scelta che allo stato resta in sospeso. L’indagine ministeriale, dunque, prosegue sotto traccia. Tanto più che ispezioni interne vengono disposte periodicamente dallo stesso questore Cardona che proprio sulla trasparenza e sulla correttezza ha incardinato il suo mandato milanese. Ieri, infatti, ne è stata disposta una nelle camere di sicurezza di via Fatebenefratelli.
Ma anche dal Viminale, in modo meno frequente, vengono disposti accessi nelle diverse questure d’Italia. L’incarico è sempre demandato all’Ufficio ispettivo del ministero. Una prassi ormai consolidata per tenere sotto controllo strutture e uffici molto complessi. In questo caso, però, la questione, seppur ancora da definire nei suoi contenuti reali, sembra un po’ più delicata. Prima degli ispettori del ministero, nel novembre scorso, gli uffici dell’Upg erano stati visitati dalla conduttrice Barbara D’Urso accolta nel piazzale della Questura di Milano da un inaspettato picchetto d’onore.