“Volete che il territorio della Provincia del Verbano Cusio Ossola sia separato dalla Regione Piemonte per entrare a far parte integrante della Regione Lombardia?”. Domani gli elettori della sponda piemontese del Lago Maggiore, che conta 150 mila abitanti ma è seconda solo a Torino per flussi turistici, dovranno rispondere a questa domanda. Chi voterà sì lo farà per passare a Milano.
È la prima volta, in Italia, che si vota per il passaggio di una provincia da una Regione all’altra: ci aveva provato Belluno, che voleva lasciare il Veneto per aggregarsi al Trentino-Alto Adige, ma la Cassazione non ammise il referendum, mentre a Piacenza la Lega propose un referendum per passare dall’Emilia-Romagna alla Lombardia, ma il governo lo revocò. A rilanciare la spinta autonomista è stato Valter Zanetti, ex senatore di Forza Italia passato alla Lega.
Un anno fa, insieme al consigliere provinciale Luigi Spadone, ha raccolto 5.228 firme a sostegno dell’iniziativa, poi la Cassazione ha dato l’ok. La campagna referendaria fa leva soprattutto sugli aspetti economici. I promotori e i sostenitori del sì sono attratti soprattutto dalla vivacità economica della Lombardia. Della Regione vicina piace la ricchezza, il Pil tra i più alti in Europa, l’addizionale Irpef più bassa, la sanità più efficiente. C’è poi l’aspirazione di “essere come Sondrio”: la provincia lombarda, come quella di Belluno in Veneto, ha una sua “specificità montana” per la quale ottiene più diritti e autonomia e il Pirellone restituisce ogni anno milioni di euro di canoni idrici, cioè la tassa versata dalle aziende idroelettriche per l’utilizzo dell’acqua per produrre energia.
Zanetta sottolinea che in Lombardia le leggi lasciano maggiore libertà ai gestori delle cave. “Come se questo fosse la soluzione”, commenta Aldo Reschigna, assessore al Bilancio della Regione Piemonte e sindaco di Verbania dal 1993 al 2004. Lui è un sostenitore del No: “La Regione Piemonte ha mantenuto un ruolo istituzionale non schierandosi, tutti i partiti sono prudenti, io sono contrario”. “Nessuna Regione è il paradiso in terra – aggiunge –. La Lombardia avrebbe i suoi vantaggi, ma anche i suoi svantaggi”. Ad esempio? “Se Milano restituisce i canoni idrici, noi abbiamo sostenuto progetti di sviluppo turistico, interventi contro il dissesto idrogeologico, per le reti stradali e per l’ospedale unico di Ornavasso”. E se la Gran Bretagna, a distanza di due anni dal voto sulla Brexit, sta ancora negoziando le condizioni con l’Unione europea, al VCO non andrà meglio: “Se vince il sì ci sarà una lunga fase di transizione per le molte leggi da cambiare”, sostiene Reschigna. A Verbania è opinione diffusa che non verrà raggiunto il quorum. Se il sì ottenesse un buon risultato, sarà comunque un segnale alla Regione Piemonte e a Sergio Chiamparino che, a differenza di Lombardia e Veneto, non ha concesso uno status “specifico” al suo territorio montano.