Continua la battaglia di Fratelli d’Italia per disinnescare la legge “salva Conticini”, varata dal governo Gentiloni agli sgoccioli della sua esistenza. Ieri la Camera ha accolto nella Manovra un ordine del giorno in tal senso presentato dal deputato Giovanni Donzelli. La vicenda è quella che riguarda i tre fratelli Conticini, uno dei quali cognato di Matteo Renzi, a vario titolo finiti in un’indagine per la presunta sottrazione di almeno 6,6 milioni di euro di Unicef e altre organizzazioni benefiche destinati al sostegno dei bambini in Africa. La modifica normativa, voluta dal governo Gentiloni rende, tra gli altri, il reato di appropriazione indebita procedibile solo a querela: è questa l’ipotesi d’accusa per Alessandro e Luca Conticini, mentre Andrea – il cognato di Renzi – è sotto inchiesta per riciclaggio per il versamento di una parte dei soldi ad alcune società come la Eventi 6 della famiglia Renzi.
Il punto è che l’Unicef la denuncia non l’ha mai fatta: “Grazie alla nostra iniziativa il governo si impegna così ad agire nei confronti di Unicef perché sporga querela: è una delle società che sarebbero state maggiormente danneggiate avendo donato 3,8 milioni di milioni di euro alla società partner Play Therapy Africa. In caso contrario l’Italia dovrà tagliare i fondi all’Onu per la parte destinata all’Unicef”, afferma Donzelli. E ancora: “Ci auguriamo che il governo porti a termine l’ordine del giorno approvato oggi nel caos di una finanziaria che non ci piace”. Lo farà? Se il buongiorno si vede dal mattino, i segnali non sono proprio incoraggianti. Perché Fratelli d’Italia ci aveva già provato al Senato a incidere sulla vicenda. In quel caso, con un emendamento di Ignazio La Russa, Luca Ciriani, Giovanbattista Fazzolari. Avevano proposto di reintrodurre la procedibilità d’ufficio in alcuni casi specifici, come truffa, frode informatica e appropriazione indebita aggravata. Non sarebbe stato ovviamente retroattiva, ma avrebbe potuto agire su altri filoni d’inchiesta. Ma alla fine era stato dichiarato inammissibile dal presidente della Commissione Giustizia, Stefano Borghi.
Stavolta il governo ha preso un generico impegno. Da vedere come andrà a finire. Peraltro, ieri Fratelli d’Italia ha provato a pungolare la maggioranza senza risultati su una questione sensibile, rispetto alla quale, la Lega e il partito di Giorgia Meloni sono d’accordo. Ovvero, il Global Compact. Francesco Lollobrigida ha presentato un ordine del giorno contro il finanziamento per il Global compact e la sua sottoscrizione: “Votare a favore di questo ordine del giorno permetterà di impegnare il Governo a non creare i presupposti per questa sottoscrizione”, ha spiegato in Aula il deputato di Fdi. A votare contro Pd, M5s, Leu, ma anche Lega. “Noi siamo contrari al Global Compact. L’odg in oggetto parla di fondi sul Global Compact. Ma nella manovra questi fondi non ci sono”, ha detto il capogruppo del Carroccio, Riccardo Molinari. “Ci sarà una seduta ad hoc in cui il Parlamento sarà interessato del tema e darà un indirizzo chiaro al governo. Sarà quella sede o un odg infilato nel bilancio per fare polemica politica?”. Va detto che la seduta non è ancora calendarizzata.