Ministro Toninelli, avete deciso di confermare il progetto del Terzo Valico nonostante l’analisi costi-benefici sia negativa: anche contando i lavori già fatti e le penali, in tutto circa 2,5 miliardi, non si risparmiava di più a fermare comunque i lavori visto che il costo complessivo è 6,2 miliardi?
Se concludiamo i lavori, in 30 anni i costi superano i benefici di 1,5 miliardi. Se fermiamo tutto adesso, oltre a 1,5 miliardi già spesi si aggiungono almeno 1,2 miliardi tra penali e chiusura cantieri. Se il risultato dell’analisi della commissione guidata dal professor Ponti fosse stato più negativo avremmo cancellato il progetto.
I critici dicono: sei mesi per tornare al punto di partenza.
I critici hanno iniziato un’opera più di vent’anni fa e ancora non l’hanno finita. Questi mesi di analisi non hanno fatto perdere un solo posto di lavoro o giornata di cantiere.
I vostri attivisti locali, contrari da sempre, hanno capito la scelta?
Il ragionamento è stato spiegato e compreso. Se fossimo arrivati al governo 5 o 10 anni fa, quando lo stato di avanzamento era diverso, avremmo fatto altre scelte.
Ora che c’è il via libera sul Terzo Valico caro alla Lega, voi siete più liberi di fermare il Tav Torino-Lione?
Non esiste alcuno scambio politico.
Se l’analisi costi-benefici boccerà il Tav, potreste confermarlo comunque?
L’analisi preliminare sarà completata a dicembre, poi dovrò condividerla con la ministra francese Borne e con la commissaria Ue Bulc ed eventualmente ridiscutere l’opera con la Francia.
Un referendum nazionale sul Tav coinvolgerebbe tutti gli italiani che dell’opera devono pagarne i costi, non solo i piemontesi che ne avranno i benefici. Che ne pensa?
Servirebbe una legge costituzionale per farlo. Chi invoca il referendum lo sa che ci vorrebbero almeno tre anni?
Però lei ha congelato i nuovi appalti Tav fino al termine del 2019.
Chi governava prima ha accumulato anni di ritardi, noi al massimo pochi mesi.
Il “partito del Pil” attacca: non potete dire di no a tutto.
Io voglio fare le grandi opere utili e le cose che hanno maggior impatto su occupazione e Pil. L’esatto opposto di cose come il ponte sullo Stretto: mai fatto ma che ci è costato centinaia di milioni. Faremo moltissime opere diffuse sul territorio. Una priorità: la manutenzione delle strade provinciali, abbandonate dopo la riforma Delrio.
Si sente di recepire in qualche modo le proteste di Vincenzo Boccia e della Confindustria?
Lo ricevo volentieri ogni volta che vuole per spiegargli le nostre riforme.
Intanto nel settore delle costruzioni vanno in crisi i grandi gruppi: Astaldi, Condotte, Cmc…
Sto girando molto i cantieri, alcuni importanti come la statale 640 siciliana sono bloccati dai guai di Cmc. Stiamo cercando una soluzione: quanto potrà fare, il governo lo farà. Per il futuro speriamo che in queste grandi imprese contino di più i progetti e i lavori e di meno gli studi legali.
Allude al fatto che prima dell’intervento dell’Anac facevano i bilanci con le varianti e gli extra-costi contestati al committente?
È capitato. Vertenze infinite e cittadini senza opere.
Comincia la demolizione del ponte Morandi. Quand’è che Genova tornerà alla normalità?
I poteri e i soldi che il governo ha dato a città e commissario si stanno trasformando in cantieri. La ricostruzione inizierà il 31 marzo.
L’ad Castellucci lascerà Autostrade per la holding Atlantia. Come valuta questa scelta?
Affari suoi. Dovrà rispondere delle responsabilità che ha come ad di Autostrade, ad Avellino come a Genova. Mi preoccupa vedere ad che guadagnano milioni di euro e non fanno bene il loro lavoro.
I processi sono in corso. Come fa lei a parlare già di responsabilità?
Se gestisci le autostrade, monopolio naturale creato coi soldi dei contribuenti, hai responsabilità non solo penali ma anche morali e, in senso lato, politiche.
Ogni anno il Tesoro decide quali aumenti concedere ai concessionari autostradali per compensare l’inflazione e remunerare gli investimenti. Cosa succederà?
I piani economici e finanziari quinquennali da rivedere nell’arco di una durata 40ennale sono di mia competenza. Se ci saranno aumenti dipende però dai piani vigenti. L’articolo 16 del decreto Genova stabilisce che i pedaggi non aumentano più sulla base degli investimenti annunciati ma di quelli fatti e certificati dall’Autorità dei trasporti. Questo porterà con tutta probabilità un calo dei pedaggi.
Toninelli, ci ha fatto scrivere da un avvocato per una vignetta. È permaloso?
Va benissimo la satira. La cosa sbagliata è usare una categoria debole per attaccare me. Prendetevela con me, non con i disabili.