In merito alle affermazioni fatte dal signor Davide Serra in un simpatico tweet e riportate da Dagospia, la Società Editoriale Il Fatto segnala diverse gravi imprecisioni e scorrettezze che denotano la volontà di screditare gratuitamente la nostra Società proprio in una fase delicata di roadshow, utilizzando materiale in possesso solo a investitori come Algebris che dovrebbero tutelare le emittenti che incontrano.
La Società Editoriale Il Fatto, su consiglio del Global coordinator, ha incontrato fra i tanti investitori anche Algebris in perfetta buona fede, evidentemente non reciproca. Dai nostri bilanci, di facile lettura per un uomo del mestiere quale il signor Serra, si può leggere chiaramente che la Società accantona ogni anno un fondo cospicuo per querele e risarcimenti. Dunque i risarcimenti citati (peraltro frutto di sentenze soltanto di primo grado) non impattano sul risultato di esercizio, ma solo sulla liquidità.
È inoltre errato anche il dato dell’80%, in quanto solo il primo risarcimento è in capo alla Società Editoriale Il Fatto, mentre il secondo è in capo a Marco Travaglio per dichiarazioni rilasciate in una trasmissione televisiva. Dal materiale presentato in roadshow, infine, si può chiaramente evincere lo sforzo importante di investimenti che la nostra Società sta compiendo per svilupparsi ancor prima della raccolta di capitale in Borsa ed è l’ammortamento degli investimenti a pesare sui risultati di esercizio. Quest’ultimo aspetto un investitore dovrebbe sottolineare come elemento distintivo e positivo, piuttosto che sfruttare una sentenza provvisoria per sentenziare il falso.
Se il signor Serra è felice della momentanea vittoria di Tiziano Renzi contro il Fatto, scriva che è felice. Ma non confonda la sua professione con le sue simpatie politiche manipolando dati in suo possesso e rischiando di arrecare un danno economico a una florida società emittente.