Giuliano Pazzaglini, sindaco di Visso (Macerata), uno dei paesi più importanti del cratere del terremoto, divenuto senatore della Lega grazie alle denunce sulla “ricostruzione lenta e lacunosa” leitmotiv della campagna elettorale, è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Macerata per vari reati contro la Pubblica amministrazione legati a donazioni post sisma 2016 per un ammontare di decine di migliaia di euro che mancherebbero all’appello. Mancherebbero all’appello anche due consistenti donazioni di Emil Banca di Bologna. In questo primo filone gli viene contestato il reato di peculato. Riguarda la somma di 11.800 euro di una iniziativa di beneficenza organizzata da Moto Nardi “In moto per ricostruire” a favore dei commercianti, di cui non vi è traccia. Soldi in contanti consegnati al sindaco in Comune dal titolare, Vincenzo Cittadini.
Il senatore, alcuni mesi fa, ha reso dichiarazioni spontanee in presenza dell’avvocato Giuseppe Villa che lo difende con l’avvocato Giancarlo Giulianelli di Macerata, legale anche di Luca Traini, il simpatizzante di CasaPound e di Forza Nuova, candidato della Lega alle Amministrative 2017, condannato a dodici anni per strage con l’aggravante razzista per aver sparato a Macerata ferendo sei immigrati per “vendicare l’omicidio di Pamela Mastropietro”, del quale sono accusati alcuni spacciatori nigeriani. Ma entrambi gli avvocati, da noi sentiti, negano di difendere il senatore Pazzaglini a cui, dopo le dichiarazioni spontanee ritenute evidentemente non credibili, il 14 gennaio scorso è stato notificato l’atto di sequestro preventivo del conto corrente. “Non ho percepito la somma in qualità di sindaco, di pubblico ufficiale, bensì come privato cittadino, come custode della somma – si è difeso Pazzaglini – e l’ho utilizzata alla bisogna per lavori in economia alle casette nell’area Laghetto di Visso”. E la rendicontazione? “È in un file che al momento non trovo”.
Al senatore è stata anche notificata la proroga delle indagini riguardanti gli altri reati contestati, i cui termini scadranno fra un mese. Indagato anche Giovanni Casoni che Pazzaglini ha portato con sé in Senato come assistente dopo che era stato costretto a dimettersi da presidente della Croce Rossa locale a seguito dell’inchiesta del Fatto che aveva rivelato che Pazzaglini era socio di Casoni nella Sibyl Project per il confezionamento di cesti con prodotti tipici acquistati dai produttori locali da rivendere sul mercato con la scritta “Ripartiamo da qui… Pacco solidale Sisma”. Una normale attività commerciale, finalizzata al profitto, certamente, se non fosse che la scritta sui pacchi lasciava intendere che acquistarli equivalesse ad aiutare i terremotati oltre al fatto che i soggetti interessati all’affare erano il sindaco e il presidente della Croce Rossa. Il Fatto aveva anche rivelato la storia di sei casette di legno donate a Visso dai Comuni di Meolo (Venezia) e Taino (Varese) transitate nelle società del senatore e di Casoni attraverso operazioni opache a cui si è aggiunto un corposo esposto di cittadini sulle donazioni.