Roma

Mafia, Brusca: “Graviano vide al polso di Berlusconi un orologio da 500 milioni”. I tg Rai in aula lo censurano

L’udienza - Al processo ai poliziotti accusati del depistaggio su via D’Amelio il pentito riporta le parole del superlatitante sull’oggetto al polso dell’ex Cavaliere. I telegiornali di viale Mazzini non lo mandano in onda

7 Febbraio 2019

La prima notizia è che il collaboratore di giustizia Giovanni Brusca ha confermato in un’aula di tribunale il suo racconto sull’orologio da 500 milioni che sarebbe stato visto da Giuseppe Graviano al polso di Silvio Berlusconi. Racconto tutto da verificare ma anche tutto da ascoltare. In qualsiasi paese al mondo sarebbe stato trasmesso in tv e invece ecco la seconda notizia: nel servizio pubblico televisivo Silvio Berlusconi resta un intoccabile. Nell’aula del Tribunale di piazzale Clodio erano presenti due bravi giornalisti RAI, pagati grazie al canone da tutti gli italiani. Potevano far vedere e ascoltare Brusca che racconta l’episodio dell’incontro e dell’orologio di Berlusconi. I tg RAI avrebbero potuto contestualizzare quel racconto e sentire magari l’avvocato di Berlusconi senza far proprio il racconto del collaborante. Invece hanno preferito rimuoverlo.

La Corte di Caltanissetta era a Roma in trasferta per ascoltare i collaboratori di giustizia nel processo sul depistaggio delle indagini sulla strage del 1992 in via D’Amelio. Davanti ai pm e al Tribunale ma anche alla figlia di Paolo Borsellino, Fiammetta, presente in aula, Brusca ha ricostruito così il suo incontro dell’estate del 1995 nelle campagne del trapanese con Matteo Messina Denaro alla presenza di Vincenzo Sinacori, oggi collaboratore di giustizia, e Nicola Di Trapani.

“Si parlava di orologi e a un certo punto lui (Matteo Messina Denaro, Ndr) mi fa che Giuseppe Graviano in uno di questi incontri – non so quanti ne abbia avuti se uno, due tre, non lo so – aveva visto un orologio di lusso del valore di 500 milioni di lire dell’epoca e io allora gli risposi: ‘e che è? Avrà avuto diamanti, tutti brillanti?’. Allora lui mi rispose: ‘è glielo ha visto’. E finì”. Il pm Stefano Luciani chiede allora la cosa più importante: dove stava questo orologio visto da Graviano? Brusca lo interrompe: “Al polso di Silvio Berlusconi in un incontro a quattr’occhi (…) non lo aveva visto su una rivista”. Il racconto di Matteo, per Brusca era chiaro: “Giuseppe Graviano gli ha visto un orologio a Berlusca, come lo chiamavano loro, non con nomi in codice, così chiaro”.

Brusca spiega perché non ne ha parlato subito ai pm: “Pensavo di averla già detta e non ci tornai mai sopra. Quando poi ho letto la sentenza Trattativa più le altre dichiarazioni di Giuseppe Graviano, mi sono fatto il quadro della situazione e subito, alla prima occasione che ho avuto (ai pm di Palermo, Ndr) ho riferito questa circostanza”. I pm gli chiedono come si arrivò a questo tema in quell’incontro del 1995. Brusca spiega: “io collezionavo orologi (Matteo, Ndr) mi aveva chiesto un orologio in regalo, sia lui che Vincenzo Sinacori e parlando di orologi a un certo punto se ne esce di punto in bianco e mi dice: ‘Giuseppe Graviano gliene ha visto uno al polso a Berlusconi che vale 500 milioni’”.

Le immagini di Brusca dietro al telo, protetto dagli agenti della Polizia penitenziaria, che parla così di un presunto incontro tra Berlusconi (uomo più potente d’Italia per 20 anni) e Giuseppe Graviano (il boss che ha ordinato le stragi del 1992 e 1993) non sono passate nei tg. C’erano in aula due telecamere del Tg1 e del Tg3 regionale siciliano. I servizi si sono concentrati sulle scuse di Brusca allo Stato e sulla calunnia aggravata contestata ai tre poliziotti alla sbarra con l’accusa di avere gestito il pentito ‘depistante’ Vincenzo Scarantino. Chi vorrà vedere e sentire Brusca che parla di Matteo Messina Denaro, Graviano e Berlusconi, dovrà andare sul sito del Fatto

D’accordo che Il Fatto aveva già dato notizia del verbale sottoscritto da Brusca davanti ai pm di Palermo nell’ottobre scorso. D’accordo che il racconto di Brusca è un ‘de relato de relato’ tutto da verificare. D’accordo che Berlusconi è sempre Berlusconi e la commissione di vigilanza RAI è presieduta da un ex giornalista Mediaset. D’accordo che l’avvocato Niccolò Ghedini, quando Il Fatto aveva pubblicato il verbale, tuonò: “notizia irrilevante e palesemente infondata”, ricordando “le plurime archiviazioni a favore del Presidente Berlusconi”. Oggi aggiunge: “Non so nulla di questo processo ma la notizia di un incontro è totalmente infondata. O Brusca mente o riporta una falsità”. Resta comunque la notizia del comportamento della RAI gialloverde. Il Tg1 guidato da Giuseppe Carboni non si è comportato in modo molto diverso da un vecchio tg berlusconiano o renziano.

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