Matteo Renzi dovrebbe restituire, o meglio donare allo Stato, il Tfr percepito dalla società di famiglia e pagato dai contribuenti fiorentini. Il trattamento di fine rapporto pagato a Renzi dalla Eventi 6 (società delle sorelle e della mamma) nel 2014 quando Renzi, dopo una campagna del Fatto, si dimise dall’azienda dovrebbe ammontare a circa 40 mila euro. La vicenda è stata raccontata anche nel libro Di padre in figlio (PaperFirst). La Chil srl, fondata da Tiziano Renzi, è stata ceduta negli anni Novanta a Matteo – socio al 40 per cento – e a sua sorella Benedetta. Dal 1997 al 2003 Matteo è un semplice co.co.co, senza diritto a pensione e tfr, come le due sue sorelle, Benedetta e Matilde. Lo stipendio di Matteo è di soli 14 mila euro lordi nel 2003, fino a ottobre. Il 17 ottobre 2003 lui e Benedetta cedono le quote alla madre, Laura Bovoli e al padre Tiziano. Il 27 ottobre 2003 la Chil di Laura e Tiziano scopre di avere bisogno di un manager e assume il suo primo e unico dirigente: Matteo Renzi. Il giorno dopo la Margherita di Firenze sceglie il giovane Renzi come candidato alla presidenza della Provincia. Il 13 giugno 2004 Renzi viene eletto e la Chil gli concede l’aspettativa.
Quindi, dal 2004 al 2009, la Provincia ha versato i contributi figurativi e dal 2009 al 2014 lo ha fatto il Comune di Firenze, quando Renzi è diventato sindaco. Questo diritto è stato talvolta usato da altri amministratori per ottenere una pensione e Tfr che altrimenti non avrebbero mai avuto. Su questa storia c’è stato un esposto di Paolo Bocedi e la Procura di Firenze (col procuratore Luca Turco, lo stesso che ora ha arrestato Tiziano e Laura) ha chiesto l’archiviazione senza iscrivere nessuno nel registro degli indagati perché “il fatto che l’assunzione della qualifica dirigenziale da parte di Renzi sia avvenuta poco tempo prima della presentazione della sua candidatura non rileva ai fini che qui interessano, dovendosi del resto segnalare come Renzi risulti aver ricoperto l’incarico lavorativo presso l’azienda di famiglia per diversi mesi prima di essere eletto”.
Nell’ordinanza di arresto per Tiziano e Laura si legge che “la societa Chil Post (poi Eventi 6) si sarebbe avvalsa del personale, formalmente assunto dalle cooperative le quali, non appena raggiunta una situazione di difficoltà economica, sono state dolosamente caricate di debiti previdenziali e fiscali, e abbandonate al fallimento”. Chil ha assunto un solo dirigente, Matteo Renzi. Nel 2010, quando la famiglia Renzi ha ceduto la Chil alla famiglia Massone che poi l’ha fatta fallire, ha salvato con la cessione di un ramo di azienda Matteo Renzi e il suo Tfr. La Chil ha ceduto l’azienda alla Eventi 6. Nel ramo c’erano due soli dipendenti: Matteo Renzi (tfr allora ammontante a 28 mila euro) e Lucia Pratellesi.
Ora scopriamo che la società che ha garantito a Renzi una pensione e un tfr da dirigente “si sarebbe avvalsa del personale, formalmente assunto dalle cooperative le quali, non appena raggiunta una situazione di difficoltà economica, sono state dolosamente caricate di debiti previdenziali e fiscali e abbandonate al fallimento”. L’ex premier non c’entra, ma la società che lo ha pagato è la stessa. Può Matteo Renzi far finta di niente?