Racconta un deputato di Forza Italia che ieri in aula, guardando alla sua destra, ha notato un collega con lo smartphone nascosto sotto il leggio del suo banco (la “ribaltina”). E sullo schermo, credendo di essere al riparo da altri occhi, scorreva le immagini di una donna nuda. “Stai attento”, gli ha raccomandato: “Ti vedono i ragazzi delle scuole” (quelli in visita guidata a Montecitorio, che osservano l’emiciclo dalla tribuna in alto). Le foto e i video sono quelli di Giulia Sarti, volto storico del Movimento 5 Stelle, ex presidente della commissione Giustizia, travolta da uno scandalo sessuale ogni giorno più inquietante. È una scena assurda: un onorevole che guarda di nascosto le immagini di un’altra onorevole che fa l’amore. La Sarti in queste ore non si fa vedere, è comprensibile. I colleghi invece la scrutano sui loro cellulari. Le sue immagini sono diventate virali anche dentro al palazzo.
Nel giorno in cui il revenge porn approda in Parlamento, nessuno ha voglia di scherzarci su. Nei capannelli del transatlantico se ne parla, ma con pudore, senza battute o allusioni pruriginose, né distinzioni di partito. C’è un senso di vergogna che attraversa quasi tutti, dai deputati di LeU fino a quelli di Fratelli d’Italia.
Solo uno dei leghisti alla prima legislatura minimizza con parole ruspanti: “Ma sì, ma chissenefrega, è come la storia della scopata in bagno… sono discorsi da bar”. Si riferisce all’altro episodio che ha tenuto banco tra i parlamentari in questi mesi: un deputato del Carroccio e una del Movimento che sarebbero stati scoperti durante un rapporto nella toilette della Camera.
Stavolta però non è “materiale da buvette”, come dice il leghista. Non è gossip, forse un’estorsione o un ricatto. Sicuramente una violenza. E sul tema è intervenuto il Garante della privacy, con un richiamo a media e giornalisti.
I compagni del M5S sono scossi. Anche se Sarti ha un piede e mezzo fuori dal Movimento: la sua permanenza, dopo la questione dei bonifici mancanti, è nelle mani dei probiviri. Ieri hanno fatto filtrare un messaggio distensivo: il verdetto contro di lei non è scontato e ci vorrà “tutto il tempo necessario per far luce e dare un giudizio equilibrato”. Ma fonti dei 5Stelle sostengono che l’espulsione di Sarti rimane inevitabile. Anche se ora la priorità è sgonfiare l’attenzione sul caso e alleggerire la pressione su una donna che sta vivendo giornate terribili.
La preoccupazione per lei sembra sincera da parte di tutti. Spiega Giorgio Mulè di Forza Italia (il partito che ha appena presentato, come i 5Stelle, un disegno di legge per punire la diffusione illecita di immagini sessuali): “La Sarti è una persona che politicamente trovo insopportabile. Ma una violenza del genere spaventa, è una cosa disgustosa”.
Malgrado a vario titolo si dicano tutti schifati, le immagini continuano a girare da una chat all’altra come un virus: non c’è praticamente onorevole a cui non siano capitate sotto agli occhi (“Te le mandano anche persone insospettabili”).
Ai taccuini delle agenzie e alle telecamere dei tg, c’è invece una processione di pubblici messaggi di solidarietà: Giorgia Meloni, Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, Ettore Rosato, Walter Verini, Barbara Saltamartini.
Solo il Pd si è distinto, in parte, chiedendo alla presidenza di Montecitorio di verificare se sia vero che a casa della grillina siano stati ripresi anche dei politici, o incontri di carattere istituzionale. Roberto Fico – vertice della Camera trasformata in camera da letto e buco della serratura – non ha risposto ai dem, ma ha diffuso un messaggio per la compagna di partito: “La diffusione di immagini private è un atto vigliacco. A Giulia la solidarietà mia e di tutti i deputati”.