La non notizia di ieri sul fronte Verona, la città per la vita dove tra una decina di giorni si svolgerà il congresso mondiale delle famiglie, è che il segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin, interpellato in proposito abbia dichiarato “siamo d’accordo sulla sostanza”. E se non desta stupore il fatto che la Chiesa si allinei su queste posizioni, molta preoccupata meraviglia suscita invece il patrocinio della presidenza del Consiglio concesso alla manifestazione che ospita relatori internazionali portatori di tesi piuttosto violente. Per chiarire di cosa parliamo: ci sarà Dmitri Smirnov, arciprete della Chiesa ortodossa russa che ha definito “assassine e cannibali” le donne che decidono di abortire.
Il tono della manifestazione è dunque anche questo. Negli infuocati giorni di vigilia gli organizzatori gridano alla persecuzione: “Non solo non si doveva organizzare un Congresso sulle famiglie ma i papà, le mamme e i bambini non devono avere ospitalità negli hotel di Verona secondo la dittatura del pensiero unico, ragion per cui è iniziato il boicottaggio dei partner dell’iniziativa” spiegano denunciando alle autorità episodi in cui alcuni albergatori di Verona sono stati raggiunti da telefonate intimidatorie. Denuncia alla quale ci uniamo: ci mancherebbe che gli albergatori negassero l’ospitalità, sarebbe gravissimo. Ciò non toglie che altre parti del comunicato facciano accapponare la pelle: “Noi come i neri ai tempi della segregazione. Ci dovremo sedere sui posti in fondo negli autobus o dovremo girare con segni di riconoscimento?”. Insomma: la politica avvelena il clima e alimenta un odio folle, favorendo – attenzione alla metafora – una “moderna caccia alle streghe pro family”.
Come sempre più spesso accade il governo sulla questione è spaccato: tre ministri (il vicepremier Matteo Salvini, il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, quello della Famiglia Lorenzo Fontana) saranno presenti, mentre i colleghi 5 Stelle hanno espresso posizioni fortemente critiche, riassumibili nella non elegantissima ma piuttosto efficace definizione dell’altro vicepremier Luigi Di Maio (la destra degli sfigati). E vabbè sai che novità: è solo l’ultimo tema su cui i due alleati di governo si dividono. Qui però bisogna capire sulla base di cosa il patrocinio della presidenza del Consiglio dei ministri sia stato concesso, visto che lo si dovrebbe dare a “iniziative di alto rilievo culturale, sociale, scientifico”. Sul tema c’è stato un rimpallo di responsabilità tra Palazzo Chigi e il ministero della Famiglia che ha portato in un vicolo cieco. Il patrocinio è rimasto, almeno finora, ben visibile sul sito ufficiale.
Ma è giusto che un evento in cui si mettono apertamente in discussione leggi dello Stato come quella sull’aborto (già messa in discussione di fatto in molte regioni italiane da un’obiezione di coscienza talmente diffusa da non garantire i diritti delle donne) venga patrocinato dal governo? No, e visto che la via amministrativa non ha portato da nessuna parte, il presidente del Consiglio dovrebbe provare senza indugi quella politica e ritirare il patrocinio. Il Medioevo, se di questo si tratterà come certi toni fanno supporre (tra i relatori c’è chi equipara omosessualità e satanismo), può andare in scena perché la libertà di manifestazione del pensiero è tutelata dalla Costituzione. Basta che non succeda sotto l’egida del governo. Che rappresenta tutti i cittadini, comprese le donne “assassine e cannibali” e i satanisti.