Oggi sogna un seggio in Europa con i Cinque Stelle, ieri faceva il rappresentante degli studenti in una lista universitaria vicina ad Angelino Alfano.
È stata rapida e impetuosa l’evoluzione politica del catanese Antonio Brunetto, uno degli aspiranti candidati del Movimento alle elezioni del 26 maggio (le primarie su Rousseau si sono chiuse ieri sera, i risultati sono attesi in giornata).
I giornali locali l’hanno definito “ex baby alfaniano”, i suoi colleghi studenti – sul quotidiano La Sicilia – lo ricordano come un “berlusconiano di ferro”. Sono state pubblicate crudeli fotografie insieme al delfino “senza quid”, proprio sotto al simbolo del Pdl e la dicitura “Berlusconi presidente”. Immagini che si sommano alle maliziose ricostruzioni sulla sua elezione presso l’ordine degli ingegneri di Catania, che sarebbe stata ottenuta grazie all’aiuto dei suoi vecchi amici post-democristiani.
Insomma, un quadro non idilliaco per la riuscita della sua carriera nei Cinque Stelle.
Come se non bastasse, sulla corsa di Brunetto verso il parlamento di Strasburgo è piombato anche Giuseppe Castiglione, l’ex sottosegretario alfaniano finito a processo per la gestione del Cara di Mineo, il centro di accoglienza (ai tempi) più grande d’Europa. Castiglione è un vecchio mentore ed estimatore del giovane grillino: “È un amico, un bravo ragazzo, un giovane brillante, molto in gamba. Gli auguro le migliori fortune. Potrà dare un ottimo contributo di idee al Movimento Cinque Stelle”. Poi l’ex sottosegretario ci pensa su, si pente, prova a ribaltare il suo ragionamento: “Ma forse se dico a voi del Fatto che Antonio è bravo, poi gli faccio un danno. Allora vi dico che è uno scarso, un incapace. Va bene?”.
In effetti il povero Brunetto non poteva sperare in un endorsement peggiore. Castiglione è il simbolo vivente della vecchia filiera del potere di Alfano in Sicilia. I Cinque Stelle, nei loro anni ruggenti, non erano molto concilianti con Angelino e i suoi, per ovvi motivi.
Raggiunto al telefono nelle ore critiche del voto online, Brunetto si nega, poi risponde, poi si pente (“Per regolamento non posso parlare”). Ma cede. Prova a smarcarsi dalle vecchie frequentazioni, ma con garbo. “Tanto per cominciare – dice – io non sono mai stato candidato in nessuna lista”. Punto secondo: “È vero che da ragazzo ero vicino alle posizioni del centrodestra liberale, ma erano gli anni dell’università, prima di una crescita politica che mi ha avvicinato ai temi della democrazia diretta, della tutela ambientale e della crescita sostenibile”.
L’antica fascinazione per Alfano e i suoi fa parte del passato: “Era il periodo degli studi, ero giovane (ora invece ha 31 anni, ndr). Mi ero impegnato in temi universitari, mica in temi politici”.
E l’amicizia per Castiglione? E la stima per l’ex ministro degli Esteri? “Sono persone che conosco, solo rapporti umani”. Solo.
Oggi scopriremo se i militanti siciliani hanno premiato la sue maturazione personale su Rousseau, regalandogli un posto in lista e un probabile biglietto per Strasburgo. In quel caso l’ex “baby Angelino” forse diventerà un problema dei piani alti.