La locandina in cui due modelle ventenni con mini abito rosso collant rossi e tacco dodici di vernice nera rimandano, per posa, a una seduta di design, è stata utilizzata per promuovere il Napoli Moda Design, manifestazione che si terrà il prossimo fine aprile al Centro Congressi dell’Università Federico II. Almeno fino a ieri. L’immagine, scattata dal fotografo Diego Diaz Marin, ritrae un’italiana a quattro zampe, col volto che scompare tra i cuscini di un divano, e una giapponese seduta sopra di lei (o forse viceversa, perché la foto è di cinque anni fa e l’artista non ricorda chi abbia fatto esattamente cosa). “Fa parte di una collezione realizzata dall’artista per Vogue“ dichiara, su un quotidiano locale, l’organizzatore dell’evento sul design, l’architetto Maurizio Martiniello.
Ma né Condé Nast (gruppo editoriale che edita Vogue) e né il fotografo confermano. Anzi. Spiega l’artista Diaz Marin, autore dello scatto incriminato, “è un servizio che ho realizzato per DoubleView, rivista d’arte da me stesso creata”. Il progetto fotografico, quindi, con le due modelle che fanno una finta sedia, rimane nel cassetto di finché l’artista Diego Diaz Marin non incontra il direttore di Napoli Moda Design: “Mi sono piaciuti questi scatti con il rosso – spiega Maurizio Martiniello, deus ex machina dell’organizzazione – con le modelle vestite di rosso perché io ho un dress code rosso che di solito utilizzo per gli eventi. Quindi c’era il rosso, c’era l’assonanza con le due modelle che avevano questa simbiosi e ricordavano una sedia, ed ecco che è una delle foto – ma non l’unica – scelta per l’evento”.
La fotografia ieri, all’improvviso, è scomparsa. Ritirata dal sito internet dell’evento, non c’è più neppure sui social media, dove nella giornata di ieri aveva fatto parecchio discutere, forse anche in relazione ad un’altra discussa “seduta” di questi giorni: quella di Gaetano Pesce in Piazza del Duomo di Milano, che non è un corpo di donna, ma rappresenta un corpo di donna con gli spilli.
“Il nostro non è (era? ndr) un manifesto offensivo – continua Martiniello – perché non è un uomo seduto su una donna, è un corpo umano che nella sua sinuosità è bello come una sedia. E quando ci si ispira alla bellezza di una donna questo è il riferimento e null’altro. La scelta dell’immagine è stata mia, perché sono art-director, ma non è stata l’unica. Era la più forte forse. Poi certo ognuno può vederci quello che vuole….”. “Il Fatto” ha contattato il Comune di Napoli, che ha patrocinato l’evento. L’assessore al Lavoro Monica Buonanno spiega che “il patrocinio del Comune è stato dato alla manifestazione, ma non sono state visionate le grafiche”. E, infatti, il capo-ufficio stampa del sindaco ci fa sapere poi che nessun manifesto con quella creatività verrà affisso, previo il ritiro del patrocinio.
“Le altre foto scelte per la campagna sono sul sito della manifestazione, nel magazine 2019“ conclude Martiniello. A volerle cercare, non sono disponibili. Si trovano invece tantissimi sponsor tra cui Illy. Che, però, interpellato dal “Fatto”, spiega come l’azienda non abbia mai sponsorizzato l’evento, e che farà mandare una comunicazione scritta dai propri legali, per eliminare il logo inserito, peraltro, errato.