“In un Paese normale i bambini vanno a scuola ogni giorno. A Taranto fanno i turni, come piccoli operai, perché durante i wind days le scuole chiudono per inquinamento. E nel quartiere Tamburi c’è persino il divieto di giocare all’aperto. È normalità questa?”. Sarà ancora una volta un Primo Maggio di protesta, quello di Taranto. Lo assicura Michele Riondino, direttore artistico del concerto insieme a Roy Paci e Antonio Diodato (il Fatto sarà media partner dell’evento). “Protesta, ma anche proposta e sfogo – dice Riondino – perché siamo arrabbiati”.
Il clima in città è acceso, dopo la visita del ministro del Lavoro e vicepremier Luigi Di Maio. A quell’incontro ha partecipato anche l’attore tarantino che oggi, a proposito dei Cinque Stelle, parla di “promesse tradite e truffa politica”: “Ci hanno sedotti e abbandonati. Non credo più alle loro parole”. Il riferimento è alla gestione della questione Ilva, tema al centro del manifesto politico della giornata. “L’incubo del siderurgico – si legge – simbolo di una strategia economica distruttiva, che pian piano avrebbe dovuto spegnersi sotto i nostri occhi, oggi è più incombente che mai: ora si chiama Arcelor-Mittal. Mentre noi non abbiamo saputo cambiare il nostro nome: vittime eravamo e vittime siamo rimaste”. “Questa manifestazione è nata nel 2013 per dare informazione e tenere alta l’attenzione su questa città – prosegue Riondino –. A volte sento il peso della stanchezza perché la coscienza collettiva non si è svegliata molto, legata ancora alla dicotomia tra salute e lavoro. Ma sono contento di poter dare voce a tante realtà. Oggi su questo palco saliranno i ragazzi con cui manifesteremo il 4 maggio. Ci saranno studenti, associazioni e gente da tutta Italia, oltre a noi del Comitato, un grande corteo che arriverà fin sotto i cancelli dell’Ilva”.
L’attenzione, però, è tutta sul concerto. Sul palco si alterneranno i cantanti e le tante testimonianze di attivisti, ambientalisti, cittadini e associazioni. Interamente autofinanziato e organizzato dal Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, l’evento sarà condotto da Valentina Petrini, Valentina Correani e Andrea Rivera. Si esibiranno Max Gazzè, Elio, Malika Ayane, Colle der fomento, CorVeleno, Andrea Laszlo De Simone, Viito, The Winstons, Dimartino, Epo, Mama Marjas, Tre Allegri Ragazzi Morti, Istituto Italiano di Cumbia, Terraross, Bugo, Sick Tamburo, Bobo Rondelli, Maria Antonietta, Ainé, Misspia e Brigata Unomaggio. “Ci saranno grandi anteprime assolute”, ha spiegato Roy Paci, e anche l’importante ritorno di Vinicio Capossela, accompagnato da una special band capeggiata proprio da Roy Paci, Daniele Sepe e Alessandro “Asso” Stefana. Grande attesa anche per gli “Oesais”, ovvero Toti e Tata (Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo), che regaleranno al pubblico un’esilarante parodia degli Oasis.
Ma #unomaggioliberoepensante è anche un luogo di incontri e voci delle tante realtà, nazionali e internazionali, impegnate nella difesa dei diritti universali. Tra gli ospiti i movimenti in lotta per l’ambiente come No Tav e i No Tap, accompagnati dal sindaco di Melendugno Marco Potì ed Enzo Di Salvatore, docente di Diritto all’università di Teramo, l’associazione “Bagnoli libera” e in collegamento i ragazzi di “Stop biocidio”, che si battono contro la devastazione ambientale nella “terra dei fuochi“ e che hanno organizzato un primo maggio anche a Napoli. “Spiegheremo – ha detto la presidente dei Liberi e Pensanti, Virginia Rondinelli – che altro gas non serve e che siamo contro la decarbonizzazione”.
E poi il referente italiano degli Ende Gelände, alleanza per la giustizia climatica globale e le mamme: quelle dell’associazione “Mamme da nord a sud”, le venete “no Pfas” che si battono contro l’inquinamento delle falde acquifere e le lucane, il video messaggio delle madri di Plaza de Mayo, che da quarant’anni chiedono verità per i loro figli desaparecidos. E poi Ilaria Cucchi, il vignettista Mauro Biani e il papà di Lorenzo Orsetti, il 33enne ucciso in Siria mentre combatteva al fianco dei curdi. In collegamento anche lo scrittore Christian Raimo e Mimmo Lucano, sindaco sospeso di Riace, e la testimonianza di Pietro Marrone, “il pescatore-comandante della nave Mare Jonio della Ong Mediterranea che, disobbedendo all’alt della Guardia di Finanza, ha soccorso e salvato 49 migranti in acque libiche e ora è indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. “Questa – ha detto Antonio Diodato – è la bella Italia che ci fa sentire fieri di appartenere a questo Paese”. Si parte alle 14 con l’urlo, forte, della piazza.