Lui si dichiara “filo americano, filo-semita e filo-britannico” e aggiunge: “Se mi definite filo-russo vi querelo”. Giuseppe “Bepi” Pezzulli è, su piazza milanese, un noto avvocato d’affari di origini partenopee molto apprezzato dalla Lega di Matteo Salvini. Colpa del Fatto, sostiene, se lo si considera vicino all’ormai fu sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri, indagato a Roma per corruzione a partire dalla famosa inchiesta siciliana sul business dell’eolico. “Avendo scritto di flat-tax, questo mi ha fatto accostare a chi ne ha parlato in Italia. Ma io preferirei essere affiancato a Ronald Reagan”, dice Pezzulli assai modestamente. Anche se lui, il diretto interessato, smentisce, in passato non sono mancati gli ammiccamenti con Siri (e non solo per gli editoriali su Milano Finanza in cui Pezzulli benediceva il progetto economico dell’ideologo della flat-tax).
La biografia di Pezzuli incrocia i destini dei lùmbard almeno dal maggio 2017, quando ottenne la carica di consigliere d’amministrazione in Finlombarda, la finanziaria di Regione Lombardia. L’anno seguente, durante la campagna elettorale per le Regionali, presentò insieme al futuro Governatore, il leghista Attilio Fontana, un programma condiviso per il rilancio dell’economia regionale, con un occhio di riguardo all’estero: un tema molto caro a Pezzulli.
Un mese prima del voto della Brexit, nasceva il Comitato Select Milano, think tank diplomatico-affaristico con l’obiettivo di “creare un ponte commerciale permanente tra Londra e Milano”, e promuovere Milano come nuova sede delle agenzie europee un tempo londinesi. Sono stati diversi gli eventi organizzati da Select acui hanno presenziato pezzi della Lega. A gennaio 2018 alla ClubHouse di Brera è andato in scena “Salvini incontra la City”. “L’immigrazione incontrollata è una forma di guerra ibrida, […] Salvini è l’unico che persegue l’interesse nazionale, gli altri quello franco-tedesco”, dichiarava Pezzulli seduto a fianco del futuro vicepremier, che si schermiva commosso. A maggio 2018, lo stesso Comitato ha promosso altri incontri alla City di Londra, a cui ha partecipato tra gli altri proprio Siri. Oggi Pezzulli precisa al Fatto: “Select non ha carattere partigiano. Io sono un liberal-conservatore iscritto al Partito Repubblicano”. Sarà. Ma un mese dopo la tappa londinese, a Palazzo Madama Pezzulli presenta, su iniziativa di Siri, anche il suo libro L’altra Brexit: geopolitica&affari.
Dal 2018, poi, il legale si è dato anche all’insegnamento: un master su “Blockchain e cryptocurrencies” alla Link University, l’università più “frequentata” da questo governo giallo-verde. Tra i salviniani, alla Link insieme a Pezzulli insegna anche Antonio Maria Rinaldi, l’economista euroscettico candidato alle europee con Salvini.
Ma, la casacca più recente, Pezzulli la indossa da febbraio 2019, quando diventa general counsel dell’ufficio legale di Sks365, società di scommesse sportive. Il management precedente – a cui Pezzulli è totalmente estraneo – avrebbe fatto affari, secondo un’inchiesta della magistratura, con Cosa Nostra, ‘ndrangheta e Sacra Corona Unita. Ma come ci è finito Pezzulli? Galeotto fu proprio il Comitato Select Milano: nel lungo elenco di notai, avvocati, manager, imprenditori e uomini d’affari che ne fanno parte compare Francesco Gaziano, decano dell’industria dell’azzardo, oggi responsabile marketing della nuova Sks, il cui lancio ufficiale ha coinciso con l’ingresso di Pezzulli.
Il liberal-conservatore più ascoltato dai leghisti dice di non essere al corrente di cosa il governo abbia in serbo in materia di gioco d’azzardo. Dove porterà la sua nuova avventura è difficile prevederlo. Ma per Pezzulli, tanto apprezzato dai seguaci di Alberto da Giussano, c’è la possibilità di accreditarsi in un mondo in cui in tanti, prima di lui, sono scivolati.
*Irpi-Investigative Reporting Project Italy