“Non possiamo considerare la questione chiusa e dobbiamo doverosamente girare la segnalazione alla Procura di Milano. Lo faremo sicuramente domani (oggi per chi legge, ndr)”.
Così il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, sul caso di Federico Fubini, il vicedirettore del Corriere della Sera che ha lavorato con un contratto giornalistico per quasi 14 anni senza averne formalmente titolo dopo che, a novembre del 2005, era stato cancellato dall’albo per morosità insieme ad altri 180 iscritti per decisione del Consiglio lombardo. I giornalisti cancellati dall’Albo “non hanno pagato la quota per diversi anni, pur avendo ricevuto l’avviso e la cartella esattoriale Esatri nonché una raccomandata dell’Ordine. Diversi non hanno provveduto a ritirare la raccomandata”, aveva sottolineato all’epoca l’ordine regionale. Aggiungendo che il pagamento degli arretrati consenta al Consiglio di revocare la delibera di cancellazione.
Cosa che Fubini ha fatto ieri, dopo aver appreso soltanto martedì, sostiene, del pasticcio giuridico che lo riguarda e ha predisposto un bonifico da 2500 euro indirizzato all’Ordine per coprire le quote 2005-2019.
“Resta il fatto che 14 anni sono davvero tanti: il punto non è che cosa accade da domani, è cosa è successo in questi anni. E l’unica cosa che possiamo fare è segnalare la cosa in Procura. Poi verificano loro se questo configuri o meno l’esercizio abusivo della professione”, continua Verna. Senza contare che “la legge prevede che l’iscrizione sia sempre fissata al giorno successivo al superamento dell’esame. Così la decorrenza dell’iscrizione, quando ristabilita, verrà fissata a quella data, ma nel mezzo c’è stato un ampio lasso di tempo in cui lui non è stato iscritto e durante il quale tra l’altro sono cambiate anche delle cose”.
Procura o meno, la situazione resta in stallo anche da un punto di vista amministrativo: la riammissione, benché scontata una volta saldato il conto, passa per una delibera del Consiglio. Il quale però non si riunirà fino a settembre. E così la questione contrattuale resta in sospeso. “Che il vicedirettore del Corriere della Sera non sia iscritto all’ordine da 14 anni è sicuramente una notizia, magari non da prima pagina, ma è una notizia. È vero che ci sono stati altri casi, ma questo è da primato”, chiosa Verna. Che pure, nonostante i risvolti giuslavoristici decisamente peculiari, non trova d’accordo un personaggio pubblico come l’ex vicesindaco di Milano della giunta Pisapia, l’avvocato Ada Lucia De Cesaris che ieri su Twitter ha scritto “Ma per fortuna, siamo persone… li mandi a ranare sono piccoli e meschini! Forza prof!”. Il prof a cui si rivolge è Fubini. Quest’ultimo poche ore prima aveva annunciato ai suoi oltre 32mila follower che “E così il Fatto adesso mi attacca (titolo e foto grandi in prima) perché avevo delle rate arretrate con l’ordine dei giornalisti. Nel frattempo saldate, va 2000. Certo, cambiato casa e Paese tante volte e fatto un po’ di casino, lo ammetto 1/2”. E ancora: “Ma mi permetto una domanda ai coraggiosi ‘colleghi’ (virgolette d’obbligo) del Fatto: avete fatto controllare ai vostri amici se io sono in regola con le bollette della luce? Fatemi sapere! Good luck”. Poche parole che hanno scatenato un coro di reazioni indignate. Inclusa quella dell’ex ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, che ha esperesso “Disgusto. Federico Fubini è uno dei migliori giornalisti italiani. Preciso, documentato e capace di “leggere” quello che accade nel mondo. Solidarietà.”