Pur dal suo ottusismo, Zinga rispondeva a una delle tre teste che parlavano nel messaggio: “Mai dire mai, Beppe”. Tre teste, sì.
Una rivolta a Luigi, incazzata e ancora stupefatta per l’incapacità di cogliere il bello intrinseco nel poter cambiare le cose. Con i punti che raddoppiano come alla Standa.
L’altra testa era rivolta a tutto il mondo, che sa soltanto spettegolare malignamente, trattenuto della serra mediatica. Che l’Elevato trafora elevandosi a contenere tutti gli umori presenti, su su fino alla stratosfera della mente collettiva.
Una terza mente incorporava la stanchezza di Conte, ma perché Conte è stanco? È l’unico che ha una casa dove andare, che possiede un filo conduttore interiore. Una persona eccezionale perché capace di rimanere normale: non sono tantissimi.
In un mondo così inquinato da vedere il nulla dove c’è impegno e ragionevolezza, l’Elevato incorpora dentro a sè, per mondarli, gli spiriti più maligni: depressione, incapacità di cogliere con ironia quello che ti capita e brama di potere. Il suo messaggio rimbalza di continuo come la pallina di un flipper 3D che neppure il flipper stesso riesce a contenere.
I media, a cui non è rivolto alcun messaggio, non resistono e riecheggiano l’urlo dell’Elevato: non resterà altro da fare che inseguirlo. Esercitare la leadership facendosi inseguire, anche, ridendo.