Per il candidato del Movimento Cinque Stelle a governatore della Calabria, l’articolo del Fatto Quotidiano è “una bomba ad orologeria”. Ieri abbiamo pubblicato la notizia che il docente universitario Francesco Aiello era cugino di primo grado di Luigi Aiello, presunto boss di ’ndrangheta ucciso cinque anni fa a Soveria Mannelli, nella faida del Reventino. Il candidato Aiello è nervoso. Vorrebbe fissare lui le regole del gioco, minacciando: “Altrimenti me ne vado”.
Oggi abbiamo pubblicato la notizia che suo cugino era un soggetto legato alle cosche. Le crea imbarazzo?
Imbarazzo per una persona morta? Non potevo e non posso parlare di una persona morta. Mi sarei posto il problema se fosse stato vivo, se avessi avuto legami con questa persona. Se fosse stato vivo avrei riferito di questa parentela sebbene io, nella mia vita, non ho mai avuto rapporti di interlocuzione con queste filiere sociali. Un morto non può essere un problema per nessuno. Né per me, né per lei. Stiamo riesumando un cadavere mentre la Calabria sta morendo.
Ma il M5S ha sempre fatto della trasparenza il cavallo di battaglia. Perché non ha informato i vertici?
Che cosa avrei dovuto dire? Non potevo e non posso parlare di una persona morta. Mi sarei posto il problema se fosse stato vivo.
Lei ha paragonato la sua storia a quella di Peppino Impastato…
Il paragone mi aspettavo che lo facesse lei.
Ci sono alcune fotografie di suo cugino intento a fare dei lavori nella sua abitazione.
È fuori domanda, fuori traccia. Lei mi deve fare una domanda su Morra e io le rispondo.
Professore, mi dice se suo cugino ha fatto dei lavori nella sua abitazione?
In quegli anni vivevo a Londra, leggevo Erich Fromm, “Avere o essere”, “Teorie pratiche della non violenza” di Gandhi e “Gli indifferenti” di Moravia. Facevo queste cose, oltre a studiare economia.
Appresa la notizia, il senatore Morra ha detto che non sosterrà la sua candidatura e non si impegnerà per il M5S alle Regionali. Cosa ne pensa?
È un problema che non esiste e di cui non mi interessa. Il senatore Morra aveva già scelto prima di non impegnarsi in queste elezioni. Io sono per unire e non per dividere. Poi ciascuno ha un carattere e una visione politica. Il tempo è sempre galantuomo.
Però Morra si lamenta che il candidato Aiello non ha detto prima della sua parentela.
Ripeto, che cosa avrei dovuto dire all’onorevole Morra se io non posso parlare di una persona morta. Lei aveva detto al nostro portavoce che mi avrebbe fatto tre domande.
Lei esclude che tra i suoi candidati a consiglieri ci siano persone imparentate con mafiosi?
Nel centrodestra e nel centrosinistra ci sono esponenti condannati o imputati per ’ndrangheta. Sono vivi e non sono morti. Al momento non vedo attenzione da parte degli organi di stampa. Nessuna forza politica ha fatto le denunce che ha fatto il Movimento Cinque Stelle.
Lei esclude che tra i suoi candidati ci siano persone imparentate con mafiosi?
Lei sta deviando. Quando faccio gli esami… lei è fuori traccia”.
Ma io non sono un suo studente.
Lei è off-topic. Lei mi sta interrogando?
Il giornalista fa le domande e l’intervistato, se vuole, risponde.
In condizioni normali. Vedo delle anormalità. Mi piacerebbe che lei parlasse di fatti, di chi ha agito bene e chi male. Capisco che è più redditizio discutere di polemiche e alimentarle. È il gioco delle parti. Ritengo utile affrontare il problema della legalità in maniera oggettiva e profonda. Vorrei dire che ci sono due aziende sanitarie sciolte per infiltrazione mafiosa. Si tratta di due miliardi di bilancio e noi parliamo dei morti…