Gentile redazione, sono “stupitissimo”. Qualche mattina fa Radio Sorriso ha trasmesso l’inno fascista Giovinezza su tre strofe. A dire il vero non ho sentito la presentazione della messa in onda, ma mi chiedo: non potrebbe essere un reato? (Edoardo Bassani)
Gentile Edoardo, per quanto riguarda l’ipotesi di reato è davvero difficile pensare che si configuri uno dei reati previsti dalla legge Mancino (1993), il principale strumento legislativo per la repressione dei crimini d’odio razziale. La legge Scelba (1952) punisce chiunque promuova la “riorganizzazione” del partito fascista in attuazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione. Va detto che la Cassazione ha sancito che (in riferimento a cortei e commemorazioni) sono rilevanti “solo quei comportamenti che siano in grado di suggestionare concretamente le folle inducendo negli astanti sentimenti nostalgici in cui ravvisare un serio pericolo di organizzazione del partito fascista”. Apologia e ricostituzione del partito fascista devono insomma essere un serio pericolo.
La questione torna ciclicamente alla ribalta a proposito di tutta la produzione di epoca fascista (letteraria, cinematografica o architettonica). Qualcuno vorrebbe radere al suolo tutto ciò che arriva da quegli anni, altri (come chi scrive) pensano che la Storia, perché sia davvero “magistra”, non debba essere cancellata. Certo “Giovinezza” è stato l’inno del Pnf (e c’è una bella differenza con “Bella ciao”!) e per questo abbiamo cercato di capire in quale contesto sia stata trasmessa.
Roberto Gennaro, che di Radio Sorriso è il direttore, ci ha risposto così: “Per noi ‘Giovinezza’ è una canzone di Beniamino Gigli. Nella nostra playlist abbiamo anche ‘L’inno dei lavoratori’, ‘Bella Ciao’ e altre canzoni di epoche lontane che inseriamo su richiesta degli ascoltatori. Il tutto fa parte di un archivio storico musicale che credo solo Radio Sorriso possa vantare. C’è una ragione per cui un brano che, con tutto il rispetto per la Storia, ha segnato un periodo della nostra vita nazionale non può essere mandato in onda? E allora Papaveri e Papere? La mia non vuole essere una posizione politica. Ma artistica sì”.
Resta che Giovinezza potrebbe essere vista come apologia del fascismo. “Magari su questo potrei essere anche d’accordo”, conclude il direttore. “Ma comunque rimane sempre una canzone. Mi dispiace aver urtato la sensibilità di qualcuno, me ne assumo la responsabilità, ma non era assolutamente nostra intenzione inneggiare a tristi ricordi di un passato che non vorrei mai ritornasse. È musica e basta”.
Silvia Truzzi