L’intervista

De Magistris: “Se Milano tentenna, Napoli c’è. Daremo noi una via a Borrelli”

Luigi de Magistris - Il sindaco: “Faremo l’intitolazione. Francesco Saverio era un integerrimo servitore dello Stato, da pm l’avrei voluto come capo”

26 Gennaio 2020

“Milano tentenna? Napoli è pronta. Intitoleremo noi una strada a Francesco Saverio Borrelli”. Passeggiando per piazza Plebiscito, il sindaco Luigi de Magistris interviene nel dibattito nato dopo la mozione lanciata dal Fatto Quotidiano, sulla piattaforma online change.org, per chiedere al primo cittadino di Milano Giuseppe Sala di intitolare una via a Francesco Saverio Borrelli, il procuratore capo del pool Mani Pulite.

È da poco terminato il convegno “Le masso-mafie nell’epoca contemporanea” dinanzi a un centinaio di studenti. Tra gli ospiti intervistati da Rossella Guadagnini, oltre lo stesso De Magistris, il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, l’avvocato Fabio Repici, il consigliere del Csm Mario Suriano e chi vi scrive. E ricordando che proprio Napoli ha dato i natali a Borrelli il collegamento è immediato. Gli leggiamo il testo della petizione: “Mentre una vergognosa campagna politico-mediatica tenta di riabilitare il pregiudicato latitante Bettino Craxi, a cui molti suoi simili vorrebbero dedicare una via di Milano, chiediamo al Comune di onorare con l’intitolazione di una strada della città l’ex procuratore capo ed ex procuratore generale Francesco Saverio Borrelli, integerrimo servitore dello Stato e simbolo di un’indimenticabile stagione di riscatto morale e civile: quella di Mani Pulite”.

Sindaco, la petizione del Fatto Quotidiano ha già raccolto 37mila sostenitori. Il procuratore Borrelli, scomparso lo scorso 20 luglio, era napoletano: che ne pensa di intitolargli una via nella città in cui è nato?

Ci inseriamo volentieri in questo dibattito. Napoli è pronta a dedicargli una via. Senza tentennamenti. Borrelli è stato un napoletano illustre. Attraverso il suo ruolo di magistrato ha portato e rappresentato l’etica, la professionalità e l’orgoglio napoletano fuori dai confini della nostra città.

A Milano il M5S ha raccolto il nostro invito e ha presentato una ha presentato in Consiglio comunale una mozione per chiedere a Sala e alla sua giunta di “intraprendere l’iter per l’intitolazione di una via o una piazza” della città al magistrato di Mani Pulite. C’è però una regola da derogare: non si possono intitolare vie o piazze a chi è scomparso da meno di 10 anni.

In realtà si può derogare: si chiede l’autorizzazione alla Prefettura. Noi l’abbiamo già fatto in almeno due casi.

Quali?

Abbiamo inoltrato una richiesta per Pino Daniele e per Luciano De Crescenzo. Siamo in attesa della risposta.

Chiederete una deroga anche per dedicare una strada a Francesco Saverio Borrelli, quindi.

Sì. Non mi sembra vi sia niente di complicato.

Il presidente del consiglio comunale di Milano, Lambero Berdolé (Pd), la pensa diversamente: ‘Sono consapevole del debito che la città di Milano ha nei confronti del procuratore Borrelli – ha dichiarato – ma sono favorevole a mantenere la regola dei dieci anni perché sottrae la questione della toponomastica alla cronaca e alla polemica politica’. Che ne pensa?

Mettiamola così: se Milano tentenna, Napoli è pronta.

Sempre a Milano, il consigliere Matteo Forte (Milano Popolare), ha proposto l’intitolazione di una via a Bettino Craxi. Che ne pensa?

Fermo restando il rispetto per i defunti, e la pietà che si deve a chiunque non sia più tra noi, è un’idea che non mi trova per nulla d’accordo.

Il motivo?

Non si può dedicare a una via a chi si è macchiato dei reati gravi che hanno caratterizzato tangentopoli. Siamo all’esatto opposto delle motivazioni per le quali m’impegnerò a ricordare il procuratore Borrelli. Parliamo di un uomo e di un magistrato che ha saputo garantire l’applicazione dell’articolo 3 della Costituzione, l’eguaglianza di ogni cittadino dinanzi alla legge, in più d’un momento delicato per il Paese. E non solo.

Che altro?

Ha saputo garantire e proteggere il lavoro dei suoi sostituti. Le loro indagini hanno potuto raggiungere qualsiasi livello del potere senza distinzioni. E questo, anche se dovrebbe essere scontato, nei fatti non lo è. Lo dico da ex pm: avrei tanto desiderato averlo io, quando lavoravo in Calabria, un capo come Borrelli. Ma non è stato così.

CLICCA QUI PER FIRMARE LA PETIZIONE DEL FATTO SU CHANGE.ORG

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