Ieri ho scritto un’ovvietà, nota a chiunque abbia una vaga idea di diritto penale: “I detenuti in custodia cautelare (arrestati prima della sentenza in base a “gravi indizi di colpevolezza” per evitare che fuggano o inquinino le prove o reiterino il reato), per la nostra Costituzione, sono ‘presunti innocenti’. Quindi non c’è nulla di scandaloso se un ‘presunto innocente’ è in carcere: è la legge che lo prevede. Solo la sentenza definitiva dirà se era colpevole o innocente”.
L’informazione, essendo corretta, ha molto urtato Gaia Tortora. Infatti la vicedirettrice del TgLa7, anziché spiegare quale sarebbe il mio eventuale errore, ha soavemente twittato: “Finora ho sopportato e sono stata una signora. Ora basta. Travaglio… Mavaffanculo”. Le ho scritto via sms di informarsi e studiare prima di insultare. E, siccome la poveretta insisteva imperterrita, le ho brevemente spiegato la differenza fra carcere per custodia cautelare e per espiazione pena. Invano.
Allora le ho preannunciato un corso di recupero per ciucci. Infatti subito dopo il circoletto dei giuristi per caso e dei garantisti alle vongole giù giù fino a Renzi ha iniziato a twittare compulsivamente contro di me, solidarizzando con l’insultatrice anziché con l’insultato. Casomai fossero interessati a qualche informazione vera, comunico che la custodia cautelare riguarda gli indagati e gli imputati a cui i giudici limitano la libertà prima della sentenza definitiva, in presenza di “gravi indizi di colpevolezza”, per evitare che fuggano, o inquinino le prove, o reiterino il reato.
Quindi, per la Costituzione, sono tutti “presunti innocenti”, anche se già si sa che sono sicuramente colpevoli: anche se sono stati colti in flagrante col coltello nella pancia del morto, se la vittima o un testimone li ha visti e denunciati, se hanno confessato, se sono stati filmati o fotografati o intercettati mentre commettevano il reato. Dunque tutti i detenuti in custodia cautelare sono “presunti innocenti”. Non lo dico io, ma il Codice di procedura penale (artt. 272-315) e la Costituzione (art. 27 comma1): ora, volendo, la Tortora e i suoi amichetti somari possono mandare affanculo pure quelli.