Cara Redazione, il Sindacato Nazionale Giornalai d’Italia insieme agli edicolanti di diversi comuni italiani ha indetto stasera (ieri sera, ndr) “La Notte delle edicole”. Un’iniziativa per sensibilizzare e richiamare l’attenzione sulla drammatica situazione che sta travolgendo tutte le edicole italiane. Nella mia città, Sassari, alcune edicole rimarranno aperte al pubblico oltre l’orario di chiusura, indicativamente fino alle ore 22:30, con le insegne accese per tutta la notte. Condividete quanto dicono gli edicolanti e cioè che l’edicola è un luogo di incontro sociale e un presidio territoriale insostituibile? Vi impegnerete anche voi al loro fianco?
Emanuele Loisi
Caro Emanuele, se anche non fossimo d’accordo con quanto scrive il Sinagi, glorioso sindacato degli edicolanti, saremmo comunque obbligati a solidarizzare con questa proposta: i giornali si vendono ancora in edicola. Ma non abbiamo bisogno di nessuna costrizione: abbiamo già scritto al Sinagi offrendo la nostra collaborazione per far sì che l’annunciata ecatombe delle edicole italiane, che chiudono a migliaia, sia perlomeno frenata. E vogliamo mandare un messaggio di solidarietà agli edicolanti che recentemente hanno rimproverato aspramente gli editori per il loro disinteresse nei confronti della rete di vendita e per la loro sufficienza rispetto al problema. “Non capire quello che stiamo dicendo da anni, o meglio fregarsene come il mondo editoriale sta facendo – scriveva il Sinagi qualche settimana fa – è assurdo e autolesionista”. Aggiungendo: “Signori editori, pensate forse che con qualche supermercato in più e qualche esercizio commerciale disposto a vendere parte delle testate editoriali riuscirete a cavarvela? Follia o illusione, senza edicole, non esisterà più nulla”. Noi siamo totalmente d’accordo con queste parole. Senza edicole moriranno anche i giornali, che già sono attraversati dalla crisi più acuta della propria storia. Senza edicole si spezza un legame di fiducia, di scambio diretto tra quello che noi facciamo e voi lettori per il tramite dell’edicolante, sentinella della libertà di informazione.
Il Fatto Quotidiano non riceve alcun finanziamento pubblico e non si metterà in fila per mendicare la propria dose di pre-pensionamenti come si accingono a fare altre gloriose testate. Se risorse pubbliche devono essere messe in circolo, che vadano a sostegno dell’edicola e di un mondo che ha bisogno di rinnovarsi e di essere aiutato a farlo.
Salvatore Cannavò