Ogni anno arrivano inevitabili le polemiche sui cachet dei super-ospiti del Festival di Sanremo. C’è un modo semplice per risolvere il problema: smettere di pagarli.
Vi sembra un po’ estremo?
I tempi sono cambiati: nell’equivalente americano di Sanremo, la finale del Superbowl di football, Shakira e Jennifer Lopez si sono esibite gratis. Tutta l’America – incluso il presidente Doanald Trump – ha guardato i loro ancheggiamenti latini nell’intervallo del match a Miami tra Kansas City Chiefs e San Francisco 49ers. Tutto gratis, anche se Jennifer Lopez di solito prende 2,2 milioni di euro a concerto e Shakira 1,6. Non era certo un problema di budget per Fox, che vendeva gli spot di 30 secondi nel Superbowl a 5,6 milioni di dollari l’uno.
Eppure Shakira e Jennifer Lopez si sono esibite senza chiedere un dollaro. Perché il mondo è cambiato e la visibilità di quei quindici minuti di Superbowl per loro vale più di qualunque gettone di presenza.
Secondo i calcoli del sito MarketWatch, le vendite online delle canzoni delle due artiste sono schizzate del 1.013 per cento in un giorno. Le richieste ad Alexa, l’assistente vocale di Amazon, di cercare su Amazon Music Jenny on the Block di Jennifer Lopez sono aumentate del 426 per cento nella domenica del Superbowl rispetto alla settimana prima.
Già nel 2017 Lady Gaga aveva venduto 24.075 album il giorno della sua esibizione al Bowl Sunday e 14.364 il giorno dopo.
Sembra paradossale, ma azzerare il cachet permette agli organizzatori di selezionare soltanto gli artisti più popolari e di richiamo: chi ha un’audience abbastanza vasta, accetterà comunque di esibirsi (gente come Jovanotti, Laura Pausini, Eros Ramazzotti), altri che conquistano il palco di Sanremo soltanto grazie all’agente giusto che li impone alla Rai verranno sacrificati, ma non sarà una gran perdita.
Nell’era dello streaming e di Instagram, continuare a pagare gli ospiti di Sanremo è soltanto l’ennesimo spreco in stile Rai.