L’intervista

Coronavirus, l’esperto: “Epidemia mai vista. Tutte le misure sono opportune ma sperimentali: non c’è certezza. Evitate feste e folla”

L’epidemiologo Lopalco - “I supermercati dovrebbero limitare gli accessi, fate la spesa on line”

Di Giampiero Calapà
5 Marzo 2020

“Non ci sono evidenze scientifiche su come contenere epidemie di questo tipo”. Pier Luigi Lopalco, epidemiologo di fama, professore di Igiene dell’Università di Pisa, taglia la testa al toro: “Tutte le misure che si stanno prendendo o che si possono prendere sono sperimentali. E sbagliare fa parte del gioco. Non c’è certezza. Un’epidemia di questo tipo non si è mai vista nella storia dell’uomo moderno”.

La chiusura delle scuole è una misura corretta o no?
Le uniche evidenze scientifiche da poter prendere come modello sono le pandemie influenzali: è empirico che in estate scompaiano, ma non per il caldo come sento ripetere. È anche la chiusura delle scuole che rallenta i contatti sociali. Quindi sì: la chiusura delle scuole è opportuna. Sperimentale ma opportuna.

Che fare? A parte banalità come lavarci le mani?
Ogni giorno a reti unificate bisognerebbe consigliare: chi ha la febbre se ne stia a casa. Ai primi sintomi state a casa. Già così si limiterebbero i contagi del 90 per cento.

E si sarebbero anche limitati quelli già avvenuti?
Certo. Lo spread dell’infezione schizza perché chi non sta bene se ne va in giro. Tuttora mi arrivano notizie di persone con sintomi che si presentano a feste.

Qual è la discriminante che si deve considerare per decidere di stare a casa?
La febbre senz’altro. Tosse o altri sintomi solo se combinati con spossatezza, condizioni di raffreddamento forti… quella che e può essere l’influenza insomma.

Se si chiudono le scuole sarebbe giusto chiudere anche i supermercati ad esempio?
Allora, l’altra possibilità è quella di contagi da asintomatici. In questa fase è necessario limitare gli accessi ai luoghi dove si riuniscono le persone, come cinema e teatri. Rispetto ai supermercati non direi di chiudere, ma di provvedere a un sistema di accessi limitati, questo sì. Già creerebbe una dinamica di svuotamento. Poi chi ne ha la possibilità dovrebbe fare per un po’ la spesa online. Certo, se l’anziano scende nella bottega sotto casa non corre rischi. Ma vi prego, resistete: niente aperitivi e niente feste.

I ristoranti?
Chiuderli no, ma auto-limitarsi. Distanziare un po’ di più i tavoli, rinunciare a qualche coperto, evitare tavolate di trenta persone. Andare a cena con la fidanzata o con una coppia di amici in un posto dove non c’è folla si può fare a quel punto con tranquillità.

È quindi necessario chiudere, ad esempio, gli stadi?
Beh, 40 mila persone insieme sono un insulto all’intelligenza. Sono i contatti più pericolosi, perché si tratta di persone che non s’incontrano se non in quella occasione.

Quando finirà l’incubo?
Dalla comparsa in un’area del “paziente 1” almeno 40/45 giorni nella zona di riferimento. Nei prossimi giorni capiremo se le misure prese nel Nord Est funzionano. Ma nel caso attenzione a non cantare vittoria troppo presto: serve prudenza.

L’epidemia al Sud potrebbe diventare una catastrofe?
È vero che hanno avuto più tempo per prepararsi ma le strutture sanitarie sono quelle che sono. Ci sarebbero grossi problemi, credo di sì.

Ha detto che non ci sono precedenti nella storia. Come nasce un virus simile?
Questo tipo di coronavirus circola negli animali e rimbalzando sull’uomo può mutare. Oggi può accadere a causa della deforestazione e del cambiamento climatico. L’uomo si avvicina sempre più a luoghi del pianeta dove prima c’era l’esclusiva presenza di specie animali.

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