“One of us” nel bene e nel male: è così che il ministro della Salute, Jens Spahn, presenta il suo Paese all’Europa sul fronte coronavirus. Oggi in Germania c’è “un’epidemia che nasce dall’interno quindi la situazione è simile a quella italiana e francese” ha dichiarato prima di riunirsi a Bruxelles con i suoi omologhi europei. Non serve limitare la mobilità, ma è utile una “strategia di contenimento” attraverso “solidarietà” e “collaborazione” con i Paesi confinanti. In Germania “abbiamo più focolai” di Covid-19, “ma la maggioranza dei casi non è importata dall’Italia, dalla Cina o dall’Iran o da altri Paesi” precisa. Con 680 casi accertati nella serata di ieri, una crescita non esponenziale ma rilevante, la Germania si attesta al quinto posto nel mondo, rileva Die Welt. Della polemica rimbalzata in Italia intorno al primo focolaio europeo del virus cinese non c’era traccia però sulla stampa tedesca di ieri. Il direttore del reparto di virologia della Charité di Berlino, l’ospedale d’avanguardia nella ricerca medica della Capitale, Christian Drosten, prende sul serio l’ipotesi avanzata dal genetista americano, Trevor Bredford, secondo cui il paziente bavarese potrebbe essere il “paziente 0” in Europa.
“Era nell’aria” quest’ipotesi, confida all’emittente Ndr, ma non è convincente. Troppe le differenze tra il genoma del virus di Monaco e quello isolato in Lombardia perché si possa ipotizzare un’origine comune, dice. Più probabile è che il virus sia arrivato più volte in Europa a partire da uno stesso punto: Wuhan. Ma se l’attenzione sull’epidemia cresce, nell’opinione pubblica conservatrice e progressista, da Faz a Spiegel, rimane ancora quasi una curiosità confinata in focus di approfondimento e non sovrasta per il momento le notizie “serie” di politica estera o interna. Con un’eccezione: Bild. Il sito internet del tabloid berlinese, pervaso dal coronavirus in ogni sfumatura, non disdegna di soffiare sul fuoco della paura e del nazionalismo. In un’articolo dal titolo: “Il coronavirus in Italia è più mortale che in Asia?” intervista un “esperto” secondo cui il tasso di mortalità in Italia è ben maggiore che in Sud Corea. 3,8% contro 0,6%, complice un pessimo sistema sanitario.
Più del virus al momento a spaventare i tedeschi sono i suoi riflessi economici concreti. Il taglio annunciato ieri da Lufthansa del 50% delle “capacità di volo” del gruppo nelle prossime settimane, dopo la riduzione di 1700 voli decisa il giorno prima, suscita una preoccupazione vera. Intanto anche la movida berlinese comincia a scricchiolare, dopo che un club molto “in” in pieno centro, il Trompete, è finito sui giornali perché un cliente del sabato sera è rimasto contagiato. Se la “Babylon Berlin” dei club del 2020, con il suo mondo parallelo e notturno viene intaccata, allora sì che sarà il panico.