StanzaSelvagia, il virus, i concorsi e De Luca

9 Marzo 2020

Cara Selvaggia, ti scrivo per segnalarti l’incresciosa situazione che stiamo vivendo, noi candidati al concorso della regione Campania per i Centri per l’impiego. Le prove sono cominciate giovedì 5 marzo. Trovo vergognoso che in un clima d’emergenza sanitaria nazionale, il presidente Vincenzo De Luca disattenda completamente le regole nazionali ostinandosi a portare avanti un concorso al quale parteciperanno centinaia di persone da tutta Italia. Non mi riferisco solo al rischio che si corre nello stare in fila per entrare nei padiglioni, e nemmeno al padiglione in sé, che ospiterà centinaia di persone. Hai presente cosa significa prendere un treno o una metropolitana immediatamente dopo una prova concorsuale? Le file interminabili all’uscita dal padiglione? Le strade affollate? Le attese al semaforo per attraversare la strada? Gli ingorghi per salire sul treno? E quelli per l’acquisto del relativo biglietto? Hai presente quanti campani ‘emigrati’ al nord torneranno a sostenere la prova per tentare di riavvicinarsi alla propria terra e alle proprie famiglie? Chi ci garantisce che queste persone non siano entrate in contatto con chi è risultato positivo al Coronavirus? Chi ci garantisce che non lo siano anche i residenti in Campania, visto il numero di contagi che cresce di ora in ora in varie zone della Regione? Ognuno dei partecipanti ha bambini e parenti anziani; oppure, tra i familiari, malati oncologici, immunodepressi, che potremmo a nostra volta contagiare. Non è così scontato, ma chi ci garantisce che non succeda?

Dinanzi a questa situazione le alternative sono solo due: accettare il rischio, con tutte le conseguenze che potrebbe comportare; oppure non presentarsi alla prova, privandosi della ‘possibilità’ di cambiare le proprie condizioni di vita. Ho studiato per questo concorso ed è mio interesse affrontarlo il prima possibile, ma non così. Non a queste condizioni. Non se in Italia c’è un’emergenza sanitaria nazionale e il nostro Consiglio dei ministri decide di adottare misure straordinarie chiudendo scuole, teatri, cinema, sospendendo partite e gare sportive; non se si decide di vietare qualsiasi forma di aggregazione. Mentre si consiglia di “lavarsi le mani”, “starnutire coprendosi con il gomito” e non “salutare calorosamente” gli altri. Il presidente De Luca sta violando deliberatamente queste regole, e così facendo non ci tutela. A questo punto, non posso che dare ragione a quanti sostengono che la sua ostinazione sia dovuta alla volontà di chiudere il concorso prima delle imminenti elezioni regionali, per dimostrare quanti posti di lavoro sono stati attribuiti in Campania durante il suo mandato. È l’unica soluzione logica che riesco a dare al suo deliberato menefreghismo. Non si scherza con la salute delle persone. La sua irresponsabilità di fronte a questa problematica è sconcertante. L’ho toccato con mano proprio giovedì: ingressi affollatissimi, metropolitane stracolme, distanze di sicurezza ovviamente inesistenti. E sai come ci “tutela” il presidente De Luca? Con un’autocertificazione in cui dichiariamo di non venire dalla zona rossa e non avere sintomi. In questo modo scarica su di noi ogni responsabilità.

Mirella

Cara Mirella, gli atteggiamenti del governatore De Luca hanno smesso di stupirmi da molto tempo. Speriamo almeno sia la goccia che fa traboccare il vaso.

“Ho il cancro e vi dico: violare le regole sanitarie è crudeltà”

Ciao Selvaggia, è difficile raccontare la paura. Ma ci provo. Sono Raffaella, ho 38 anni e combatto da 2 anni contro un tumore. La percezione della vita, delle priorità, è completamente cambiata. Vivo lottando come un leone per mia figlia che ha solo quattro anni. La preoccupazione di ogni genitore non è infatti quella di poter morire, ma di lasciare soli figli che nessuno amerà e proteggerà come noi. Dopo le terapie, come ben sai, ci sono da fare i controlli. Già normalmente i controlli fanno paura, immagina dover affrontare tutto in questo momento così delicato. Ho paura, soprattutto dell’egoismo e della mancanza di empatia che vedo in giro. Leggo costantemente di gente che ironizza sulla situazione, che si pavoneggia per non “cedere” alle restrizioni che (giustamente) ci vengono imposte. Mi fa paura questa indifferenza, mi incupisce pensare che il mondo che viviamo sia diventato davvero così povero. È triste pensare che la lotta che molti di noi combattiamo per sopravvivere, venga ignorata da una massa di “rivoluzionari”. Spiegatemi: cosa c’è di rivoluzionario nell’essere diventati crudeli? Sì, perché qui è crudeltà. Girano ancora nei centri commerciali, si riuniscono per studiare, partecipano allegramente alle feste. Il mondo sta implorando di fermarci e invece si continua a correre per il gusto di trasgredire. Noi malati oncologici abbiamo bisogno dei nostri medici, angeli a cui dobbiamo la vita. Vederli in affanno, inascoltati, stremati mi causa tanta sofferenza. L’emergenza sarebbe potuta diventare l’occasione per dimostrare che nonostante tutto, qualcosa di buono in noi è rimasto. Ad oggi, mi sembra che sia andata sprecata.

Sandra

Ciao Sandra, proprio mentre stavo leggendo la tua lettera, ho ricevuto un messaggio da una persona delle tante che hanno pensato fosse divertente organizzare un’affollata festa al ristorante. Mi ha scritto: “Si faccia i cazzi suoi”. Ma d’altra parte è il metro con cui, stando ai dati elettorali, amiamo rapportarci con i più deboli. Ti abbraccio.

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