L’emergenza vista dal Campidoglio è fatta anche di una lettera da scrivere e di distanze da mantenere: “Scriverò al sindaco di Pechino per ringraziarlo dell’aiuto che ci ha offerto: ne parlavo ora con i miei collaboratori, ma con le dovute cautele, qui ci teniamo tutti a molto più di un metro di distanza l’uno dall’altro”.
La sindaca di Roma Virginia Raggi è appena tornata da un sopralluogo (“sto controllando, i romani stanno dimostrando responsabilità”) quando risponde al Fatto.
Com’è la situazione a Roma?
Mi sembra che i cittadini abbiano capito la gravità del momento, stanno comportandosi nel modo giusto. Ma non va abbassata la guardia, bisogna rispettare le regole. Però il problema principale ora è la necessità di posti per la terapia intensiva. I tagli fatti alla sanità pubblica nel corso degli anni hanno lasciato evidenti segni, e ora siamo nell’emergenza. E allora mi sembra necessario che si avvii una riflessione a più ampio raggio sull’importanza del pubblico in Italia.
Cioè?
Noi come amministrazione ci siamo sempre battuti contro le privatizzazioni selvagge e per un ritorno e una valorizzazione dei servizi pubblici. Ci hanno accusato di essere dei nostalgici. Ma è una critica arrivata da quella cosiddetta sinistra che ha smantellato la sanità pubblica.
Il servizio pubblico non è necessariamente sinonimo di efficienza, non crede?
Se ben gestito, lavora meglio del privato. E comunque ora bisogna recuperare spazi per la sanità pubblica. Per questo ho sottoscritto la petizione per la riapertura dell’ospedale Forlanini, che tra l’altro era specializzato nel trattamento delle malattie respiratorie e infettive.
Per la Regione Lazio, governata dal centrosinistra, è “una proposta strampalata, perché ci vorrebbero mesi, se non anni” per riaprirlo. Parliamo di una struttura abbandonata da tempo.
Secondo l’ex primario del Forlanini, Massimo Martelli, basterebbero 30 giorni per rimettere in funzione alcuni padiglioni. Verifichiamo: c’è un’emergenza in atto, il tema della riapertura esiste. E non è il caso di fare polemiche.
Italia Viva chiede perché non ha reso gratuiti i parcheggi con strisce blu come hanno già fatto altre città.
Anche queste sono polemiche inutili. Da domani e fino al 3 aprile i parcheggi saranno gratuiti per tutti. E manteniamo il servizio di trasporto pubblico nell’intera città.
Garantite anche la sicurezza dei vostri dipendenti? Un vigile è positivo al coronavirus, e l’intero Corpo reclama mascherine e guanti per poter lavorare in sicurezza.
Stiamo lavorando su più fronti per reperire le mascherine, stipulando contratti. Abbiamo circa 30 mila dipendenti in prima linea da tutelare, come vigili, assistenti sociali, operatori ecologici e autisti dei mezzi pubblici.
Ieri ha parlato con il premier Conte…
Ci sentiamo spesso, sta facendo un grandissimo lavoro.
Cosa gli ha chiesto, di cosa avete bisogno oltre alle mascherine?
Di risorse, e della possibilità di usarle. La città di Roma ha fermi 800 milioni nel fondo di accantonamento, quello per coprire crediti che purtroppo non potremo mai riscuotere. Vorremmo utilizzarli, almeno per buona parte, per poi ricostituire il fondo nei prossimi anni.
Come li userebbe?
Servono investimenti, cantieri, ma i tempi attuali sono troppo lunghi: ci vogliono anni per realizzare i progetti. E allora bisogna sfoltire le norme e dare poteri speciali ai sindaci.
Tutti a reclamare mani libere, gli amministratori. Ma con affidamenti diretti e somme urgenze la criminalità ha inghiottito appalti.
Bisogna coniugare trasparenza e rapidità. Un cantiere deve partire entro sei mesi, massimo un anno. I controlli vanno fatti ex post, a tappeto. E con sanzioni durissime: se una società o un amministrare sbagliano, non devono avere più a che fare per anni con la Pubblica amministrazione.
È pentita di essersi detta “vicina ai lavoratori in nero”? È parsa legittimare una piaga sociale.
Io sono contrarissima al lavoro nero, ma condanno l’ipocrisia di chi non vuole vedere. Tuteliamo i lavoratori, ma nessuno va lasciato indietro, compresi i tanti che questa crisi ha lasciato a casa senza garanzie. E qui torniamo all’importanza del pubblico.