Visto che dobbiamo “stare a casa”, chi ha tempo libero e vuole spenderlo per raccontare la sua vita in quarantena e condividerla con gli altri ha a disposizione le pagine del Fatto. Siamo una comunità e mai come oggi sentiamo l’esigenza di “farci compagnia” sia pur a distanza. Come i giovani che, nel Decameron di Giovanni Boccaccio, si riunirono per raccontarsi novelle durante la peste di Firenze. Inviateci foto, raccontateci cosa fate, cosa inventate per non annoiare i figli e non allarmare i nonni, quali libri, film e serie tv consigliate all’indirizzo lettere@ ilfattoquotidiano.it. Ci sentiremo tutti meno soli.
Io e mio marito entrambi “in ufficio” davanti al pc
Ora abbiamo modo di rallentare il tempo e fare quelle cose che… “lo farò domani”, ti dicevi sempre! La mia giornata tipo è insieme a mio marito Lorenzo: la mattina esce per andare in edicola a comprare Il Fatto e La Nazione! Torna e facciamo colazione a casa (dopo 21 anni che la facciamo in pasticceria al nostro tavolino fisso). Poi tutti e due “in ufficio” ognuno al suo computer: io aggiorno i miei social, scrivo comunicati e lui il suo lavoro! Finalmente il tempo mi concede pure di “rivisitare” tutti i Millennium arretrati di cui ho lasciato articoli a metà (ben segnalati eh!) e libri mai ancora iniziati.
Il pomeriggio facciamo spesa nei negozi del quartiere, non nei supermercati. E la sera dopo Gomez sul Nove guardiamo le trasmissioni esclusivamente se c’è qualcuno di voi. Altrimenti ci guardiamo le serie tv Bull, Mentalist o Montalbano.
P.S.: Dimenticavo… quando Lorenzo ride di gusto (lui che è molto riservato) è ovvio, significa che sta leggendo l’editoriale di Marco. E io di rimbalzo: “Che dice il direttore oggi?”.
Domenica Giuliani
Io faccio il “mammo” e lei le conference call
Siamo Nicholas, Melanie e il piccolo Lenny, una famiglia italo-tedesca che vive in provincia di Bergamo. Il papà, a casa con un brutto raffreddore, in questo momento di forte preoccupazione si è scoperto un fantastico mammo multitasking (il mattino), ma anche un discreto giocatore di PlayStation (il pomeriggio). La mamma, invece, lavora in smart working con le cuffie, dando vita a un entusiasmante assetto familiare di role reversing che rende la nostra quarantena dannatamente radical chic. Ah, ovviamente, la tedesca fra i due è lei.
Stiamo pensando di organizzare un piccolo concerto dal balcone, ma al momento siamo in stallo perché io suonerei Rino Gaetano ma lei, inspiegabilmente, vuole che canti Tony Colombo. Credo che alla fine non se ne farà nulla perché di solito andiamo d’accordo su Gaber, che decisamente non è a tema.
Questa mattina, con le sue interessantissime conference call, ci disturba nella nostra prima lettura a quattr’occhi del Fatto! Sempre i soliti tedeschi… (vedi foto)
Nicholas Crespi
Può sembrare banalità, ma per me è dono di Dio
Per me la vita durante il coronavirus è per tanti aspetti uguale a quella che vivevo fino a prima. Appena apro gli occhi prego, mi alzo, mentre preparo la colazione per mia madre che ha 92 anni e la aiuto a mettersi in moto, termino le preghiere. Scendo al volo in strada per sfamare 3 gatti che mi aspettano. Faccio un po’ di spesa o vado in farmacia. Edicola per comprare il Fatto. Preparo il pranzo, mi riposo, studio 3 o 4 ore, dico il rosario in tv con mia madre. Alle 20 cena e alle 22 e 30 la accompagno a dormire. Alle 24 spengo la luce al termine di una giornata intensa e apparentemente banale, ma che per me è pura felicità e dono di Dio.
Salvatore Z.
In questi tempi difficili le edicole sono medicine
In questo frangente dove spesso l’Irrazionale si maschera da Ragione confondendo e impaurendo, sapere che c’è un luogo che ci dà una medicina affatto palliativa è un grandissimo conforto. L’edicola, per me, è questo e l’edicolante, mai come in questi momenti, è il mio farmacista ed i giornali le mie medicine, indispensabili quanto il pane. Un grazie a Giorgio Carraro, il mio “farmacista” a Quinto di Treviso e a tutti i suoi colleghi come pure a chi fa i giornali, spesso vituperati e insultati senza ragione. Le medicine, si sa, non sono sempre gradite, ma risultano indispensabili.
Vittore Trabucco
Un eroe dei fumetti per battere il contagio
Questo disegno (vedi foto) mi è venuto in mente mentre rileggevo a casa un vecchio Tex in cui faceva fuori un sacco di banditi per passare il tempo.
Penso quello che penseranno tutti: un intervento extra-forte che risolva al più presto il problema da qualunque parte provenga, senza distinzioni. Nei fumetti mi firmo Geo, perché faccio il geometra da sempre, ancora oggi a 79 anni.
Ezio Davio
Non ho mai ballato, ma provo con la salsa
Sono una studentessa di Psicologia clinica e vivo a Roma. In questo periodo di clausura, sto provando tutto quello che non ho mai avuto il tempo di fare prima. Oltre alle lezioni universitarie online e al classico film dopo cena con mio padre e Leone (vedi foto), mi sto cimentando in tutorial di salsa (io non ho mai ballato prima) e di Qi Gong, medito, faccio pancakes e provo a leggere la marea di libri iniziati e mai finiti. Sono anche riuscita a insegnare a mia nonna di 84 anni come videochiamare su Whatsapp. Alla fin fine, penso che dovremmo tutti provare a trasformare i limiti imposti da questa tragedia in nuove opportunità.
G.