Aquasi due mesi dalle elezioni, la Calabria ha la sua giunta. La presidente della Regione, Jole Santelli, ieri, ha completato la squadra di governo. Ma soprattutto superato l’impasse con la Lega: dopo un confronto con la governatrice, Salvini ha strappato la vicepresidenza.
Dal cilindro è uscito il nome di Nino Spirlì, esponente del direttivo regionale del Carroccio. Ma non solo: Spirlì è giornalista, scrittore, editore, opinionista, autore televisivo e anche fondatore e ideatore del progetto “MafiaNO” che voleva essere un movimento anti-’ndrangheta senza finanziamenti pubblici. Una sorta di associazione, chiusa dopo due anni, quando la stampa locale ha scoperto che ha beneficiato di fondi della Provincia addirittura per il progetto del logo.
“Addio MafiaNo, ultimo samurai!” scrisse all’epoca Spirlì sul suo blog “I pensieri di una vecchia checca”, ospitato dal sito de Il Giornale, dove il vice della Santelli si definisce “crudo, diretto, spregiudicato, tenace, sentimentale, passionale, tuttosessuale ed espansivo”.
Spirlì oggi è l’uomo forte della Lega in Calabria, ma si è innamorato dei leghisti solo negli ultimi anni. Nel luglio 2013, infatti, sempre sul suo blog, si era scagliato contro il “popolo del Carroccio”: “Questi signori – scriveva – dalle mie parti sarebbero stati abbondantemente frollati a calci in culo a ogni ‘sortita’”. Li aveva definiti addirittura “blateranti borghesini che aprono bocca per tentare l’aggressione da dietro i cespugli”.
All’epoca Spirlì era un berlusconiano di ferro. Così tanto che, nel 2014, a Taurianova (suo paese d’origine), al fianco della Santelli aveva fondato un circolo di Forza Italia intitolandolo a “Dudù”, il cane di Berlusconi. A chi lo criticò per il nome dato al club azzurro, rispose: “Perché non dobbiamo pensare che anche in questo Paese ci siano due coglioni che ancora si scandalizzano delle lotte animaliste”.
A proposito di lotte animaliste, il nome di Spirlì è finito nelle carte dell’inchiesta “Happy dog” della Procura di Reggio che aveva arrestato i gestori di un canile a Taurianova. Il vicepresidente della Regione non è mai stato indagato ma, per i pm, manteneva un “filo diretto” con gli imprenditori arrestati che volevano orchestrare “una violenta campagna denigratoria a mezzo stampa e tv” contro i gestori di un altro canile: “Qui – diceva Spirlì intercettato dalla polizia – bisognerebbe fare, denunciare il caso di nuovo tramite Striscia”. Se Salvini è solito sventolare il rosario, poco prima della nomina Spirlì invoca “la benedizione del Signore”. “Mi affido – scrive su Facebook – alle amorevoli cure della Santa Vergine immacolata”. Con gli anni, infatti, ha imparato il verbo leghista. E dalle pagine del suo blog non ha esitato a definire gli immigrati “clandestini invasori che occupano le nostre terre”. Ma anche “vagabondi, ladri e stupratori”. Mentre Papa Francesco, per Spirlì, “è uno stano tipo che ha scelto di chiamarsi come un Santo”. Un “disastro di Papa” che “ha declassato i vangeli” e che “ci da lezioni di sindacalismo e di educazione civica”. “Cristo vince, i papi si succedono…”, concludeva Spirlì, rischiando di far diventare scaramantico anche il Santo Padre.