Visto che dobbiamo “stare a casa”, chi vuole spendere un po’ di tempo per raccontare la sua vita in quarantena e condividerla con gli altri ha a disposizione le pagine del Fatto. Siamo una comunità e mai come oggi sentiamo l’esigenza di “farci compagnia” sia pur a distanza. Come i giovani che, nel Decameron di Giovanni Boccaccio, si riunirono per raccontarsi novelle durante la peste di Firenze. Inviateci foto, raccontateci cosa fate, cosa inventate per non annoiare i figli e non allarmare i nonni, quali libri, film e serie tv consigliate all’indirizzo lettere@ilfattoquotidiano.it. Ci sentiremo tutti meno soli.
Io esco sempre: sono un agente di polizia
Sono un agente di polizia municipale e ogni giorno esco per andare a lavorare, faccio il mio turno di lavoro al servizio della cittadinanza: effettuiamo controlli di polizia stradale e sulle piste ciclabili per evitare assembramenti. Ci scontriamo ogni giorno contro l’arroganza di persone che inventano scuse senza senso per giustificare l’uscita da casa. Tutti “furbetti” che denunciamo. Ma ogni giorno, per strada, per andare o tornare dal lavoro, mi fermo dal mio edicolante di fiducia che è rimasto coraggiosamente aperto per ritirare la mia copia del Fatto Quotidiano. Quella copia che dopo aver letto lascio nell’androne delle scale della mia palazzina così che anche altri, che non possono uscire, possano leggere il nostro Fatto. Grazie
Paolo Bertolini
Giorni di speranza prima di conoscere la nipotina
Antonio e Carla! Due nonni che da Scala Coeli (Cosenza) hanno raggiunto Bologna per assistere alla nascita della loro seconda nipotina (Camilla) avvenuta alle 11 del 18 marzo, anno del Covid! Per fortuna siamo partiti in tempo e comunque prima delle giuste prescrizioni governative. Hanno viaggiato con noi, in auto: salsicce, soppressate, 5 kg di pane, arance, olio, peperoncino piccante, uova e qualche litro di amuchina! Sapevamo già di fermarci sotto il cielo felsineo per qualche giorno! In attesa del ritorno a casa della nuora bolognese (Giorgia) con la piccola Camilla, si gioca a nascondino (in casa è ovvio) con la prima nipote, Carla (3 anni e mezzo), sorella di Camilla e Francesco, loro papà, si leggono fiabe, si gioca al Sudoku, cruciverba, leggiamo giornali (grazie agli editori e alle edicole), Internet (che sia benedetto!) e vediamo tantissima tv! Oggi un eroico Peter Parker, Spiderman, ha salvato il mondo da un pericolosissimo scienziato! Noi, speriamo che ce la caviamo.
Antonio Loiacono
La memoria storica da trasmettere ai posteri
Dopo aver fatto una ventina di piani di scale nel condominio, riordino (vale a dire evidenzio, commento) tutti i numeri del nostro giornale nel tempo del contagio, con l’obiettivo di costituire un documento storico per figli e nipoti. Sono convinto infatti, e gli studi storici ce lo dimostrano, che in futuro è nostro dovere trasmettere la realtà delle tragedie che abbiamo vissuto per testimoniare responsabilità, comportamenti, ma soprattutto la sofferenza della gente.
Renato
Bisogna pensare anche alle sofferenze emotive
Condivido il giudizio di Travaglio su quello che è il lavoro del governo Conte, eh, se penso a quelli che lo hanno preceduto, si può ben sperare. Ma… eh, un solo ma. Riguarda le misure restrittive prese per l’emergenza. Bene, si tratta di impedire i contagi. Ma mi sorge un dubbio, anzi una domanda: e la gente che sclera? Dalle telefonate che mi capita di fare, mi pare siano parecchi lì lì per esplodere. Mi direte: ma chi frequenta? Non frequento nessuno, non posso uscire. Non vi pare che si rischierà, una volta usciti da questa situazione di svuotare gli ospedali dei malati di coronavirus, per riempire i reparti psichiatrici, di gente fuori di testa?
Bruno Navoni