L’emergenza fa accettare quasi tutto, in nome di un ben superiore che si spera prima o poi si materializzi. Alla improvvisa privazione di libertà abbiamo già fatto l’abitudine, addolcendola con inni da balcone e striscioni da stadio.
La nuova frontiera dell’elaborazione della quarantena si spinge però dove neanche le destre più estreme avevano immaginato, dove neanche i nostalgici dei treni in orario e dell’“ordine e disciplina” osavano, e raggiunge così l’invocazione dei militari a ogni angolo delle città, dei droni sopra ogni tetto, dei cingolati mimetici in giro per punire chi scorribanda senza giustificazione.
Il grido “all’armi” arriva da sindaci, governatori e persone comuni, scatenate sui social network. Quel che non può il buon senso – è sacrosanto pretendere controlli su chi non rispetta le regole – riesce alla smania da sceriffo, che talvolta criminalizza con tanto di foto o video online chi viene sorpreso per strada pur essendo, magari, fuori casa per validi motivi.
E così è tutto un chiedere l’intervento dei militari per stanare i furbetti: a Milano ne sono stati impiegati 114, con Beppe Sala che pensa pure a “estremi rimedi”, ovvero a “chiudere le tabaccherie”; a Roma – Virginia Raggi dixit – controlleranno ogni auto; in Sicilia Nello Musumeci ha ottenuto di poterli utilizzare per il pattugliamento.
Vincenzo De Luca, governatore della Campania, assume toni degni del Sergente Hartman di Stanley Kubrick: “Mi arrivano voci di persone che vogliono organizzare feste di laurea – ha minacciato ieri –. Bene: vi mandiamo i carabinieri con il lanciafiamme se ci provate”. Perché nel caso non fosse abbastanza chiaro, De Luca gradirebbe un po’ di pugno: “Io sono per chiudere tutto e militarizzare l’Italia”.
Una sponda arriva pure dal M5S, per nome del senatore Gianluca Ferrara: “Propongo l’immediato rientro in patria delle migliaia di militari italiani nel mondo per dare un aiuto ai nostri medici e alle forze dell’ordine”.
E in una situazione del genere figurarsi se può sottrarsi al suo dovere Matteo Salvini, già preoccupato che l’amore per la divisa duri giusto il tempo della quarantena: “A emergenza finita, questo ci dovrebbe far ripensare al servizio militare obbligatorio per avere ragazzi formati”. La morale di tutta questa storia, secondo il leghista, è dunque lineare: più che potenziare la Sanità, si potenzi l’esercito così da contrastare meglio chi trasgredisce le norme decise per non ingolfare la Sanità.
A Ercolano (Napoli) l’appello arriva invece dal sindaco renziano Ciro Bonajuto: “C’è troppa gente in giro. Forse coi carri armati in mezzo alla strada lo capiscono che devono stare a casa”.
Chi preferisse soluzioni più sofisticate, può invece trovare ispirazione a Bari. Qui il sindaco Antonio Decaro da giorni gira strade e parchi in diretta Facebook urlando a tutti di andare a casa. Non potendo setacciare la città metro per metro, ora il sindaco si è dotato di droni che silenziosamente riprendono – purtroppo senza poter chiedere autocertificazione – chiunque sia in giro. Decaro sembra soddisfatto: “Se volete, continuate pure a uscire di casa. Vi stiamo aspettando”. Soluzioni simili sono state adottate a Forlì, a Conegliano (Treviso) e ad Acerra (Napoli). A Grosseto, invece, la sorveglianza via drone è già 2.0: funziona su segnalazione dei cittadini. Sperando siano attendibili.