Le segnalazioni sono tante: la maggior parte è di studenti in difficoltà perché in alcuni paesini a volte manca la connessione: “Ieri non c’è stata per buona parte del pomeriggio – spiegano dalla provincia di Roma –. Ci sono momenti in cui siamo completamente scollegati”.
La tenuta della rete Internet è la nuova incognita dell’emergenza Coronavirus, su cui sono arrivate le rassicurazioni della ministra all’Innovazione Paola Pisano: “Non dovrebbe accadere, è molto difficile – ha detto – tecnicamente ci sono tutti i mezzi per non farla collassare”. Il traffico, però, aumenta esponenzialmente, lo ha certificato Mark Zuckerberg per Facebook mentre Netflix ha annunciato che ridurrà per 30 giorni la qualità video dei suoi contenuti in Europa così come Youtube: “Ci impegniamo a mettere di default tutto il traffico nell’Ue in definizione standard. Abbiamo misure in atto per adattare automaticamente il nostro sistema all’utilizzo di una minore capacità di rete”, ha detto un portavoce di Google.
La parola più usata per descrivere la situazione è “stress”: in sostanza, la simultanea connessione e operatività su Internet dei cittadini chiusi in casa ha anche raddoppiato il traffico in alcuni momenti della giornata. “Le reti, sia mobile che fissa, di tutti gli operatori sono in evidente stress determinato dal traffico di questi giorni”, spiega al Fatto Marco Bellezza, amministratore delegato di Infratel Italia, società in-house del ministero dello Sviluppo economico che è il soggetto attuatore dei Piani Banda Larga e Ultra Larga del governo. Picchi che si registravano normalmente nei weekend, ora sono una costante durante tutta la settimana in orario di lavoro. “L’emergenza che il Paese sta affrontando in queste settimane ci mette di fronte a una realtà che non avremmo mai potuto immaginare – dice Bellezza – ma è anche un’opportunità per maturare la consapevolezza che avere delle infrastrutture di telecomunicazioni pubbliche sia una priorità per il Paese”.
Dall’Agcom confermano che sulla rete fissa, il volume di dati complessivi giornaliero è quasi raddoppiato. Il traffico di picco, che di solito è la sera, ha un aumento tra il 25 e il 40 per cento. Crescono il traffico video e quello del gaming, lievemente la navigazione. Meno rilevanti gli aumenti sulla rete mobile (+10-15 % nel picco) mentre sale anche del 45 per il traffico voce: si chiama di più e agganciare la linea richiede spesso più tempo. Da Agcom ci spiegano poi che gli operatori hanno tempestivamente avviato interventi per adeguare la propria infrastruttura e assicurare l’aumento della connettività. “In particolare – spiegano – i principali snodi di rete e le infrastrutture di trasporto sono state soggetti a upgrade per supportare picchi di traffico, con la previsione di ulteriori interventi se necessari”. In altri casi, è prevista una redistribuzione della capacità della rete sia in termini di fasce orarie che di geografia.
A soffrire di più sono le aree bianche, quelle a fallimento di mercato (dove cioè far arrivare la rete non è remunerativo) che avrebbero dovuto essere completate nel 2020, poi prorogate al 2023. “La priorità – spiega Bellezza – è colmare i ritardi accumulati mettendo in campo tutte le risorse disponibili. Stiamo lavorando con Open Fiber per superare le difficoltà operative”. Da un punto di vista tecnologico, si sta cercando anche di utilizzare nuove combinazioni, come nel caso del memorandum of understanding siglato la settimana scorsa per sperimentare sulla rete pubblica gestita da Infratel il cosiddetto “Fixed Wireless Access” (oltretutto testato per il 5G) per portare la connessione nelle zone più deboli, via onde radio, senza i cavi. Modello che si punta a replicare con gli altri operatori.
Al momento, spiega il sottosegretario del Mise, Mirella Liuzzi, “non risultano segnalazioni di rischi di disservizi. Tuttavia per far fronte alla crescita dei consumi il decreto Cura Italia prevede che gli operatori di tlc soddisfino qualsiasi richiesta ragionevole di miglioramento della capacità di rete e della qualità del servizio”.
Va poi tenuto conto anche della libertà degli operatori e delle telco di limitare il traffico. “Il quadro regolamentare vigente a livello europeo e nazionale consente pratiche di traffic management a determinate condizioni – conclude Bellezza –. L’emergenza in atto potrebbe richiedere l’adozione sistematica di queste misure per liberare banda per i servizi essenziali, ma penso che nell’adozione di queste misure, pur in situazioni di emergenza, occorre usare particolare prudenza poiché possono incidere sui diritti dei cittadini”. In sostanza, gli operatori potrebbero in astratto decidere quali contenuti veicolare e quali no e condizionare la neutralità della rete, magari discriminando un operatore a vantaggio di un altro sia al livello di “piattaforme” che al livello di provider. Toccherà ad Agcom vigilare.