Ci sono verità la cui evidenza acceca gli stolti. Il ministro del Sud, Giuseppe Provenzano, in un’intervista al Corriere della Sera, ha detto una verità elementare: “Se la crisi si prolunga dobbiamo prendere misure universalistiche per raggiungere anche le fasce sociali più vulnerabili: le famiglie numerose, oltre a chi lavorava in nero”. Già nel tempo imperfetto, “lavorava”, c’è una presa di distanza che comunque non oscura il senso della preoccupazione. La crisi che si annuncia sarà devastante e quella varia umanità che ancora è costretta al lavoro nero si troverà probabilmente travolta. A Matteo Salvini sono “cadute” le braccia. Proprio lui che si è messo alla testa di tutti i condoni possibili, colpi di spugna il cui costo si traduce in letti di ospedali al macero. Scandalo anche da Forza Italia e da tutto il variegato mondo liberal-liberista.
Provenzano non ha potuto che ricordare l’ovvio: “Spesso ci sono quote di lavoro irregolare anche nelle imprese regolari, penso alla filiera del turismo”. E poi invitando a non “mettere la testa sotto la sabbia”. “Se si prolunga la crisi – ha aggiunto – l’impatto economico e occupazionale potrebbe essere persino peggiore di quello della Grande recessione” e allora “avremo la necessità di rafforzare misure più universalistiche”. Una è l’estensione del Reddito di cittadinanza oltre a misure di sostegno alla produzione e al rilancio della domanda. Ne sta discutendo tutto il mondo, lavoro nero o meno.